Estelle Vezzoli è nata a Cureglia, Canton Ticino, nel 2000. Ha svolto un bachelor in italianistica e filosofia fra l’Università di Friburgo e l’Università degli Studi di Siena. Attualmente sta proseguendo i suoi studi presso l’Università di Friburgo.



I

La soglia

Perdete e troverete ciò che non avreste saputo cercare. 
Perdetevi e troverete aria di respiri in divenire.
Perché non è quel che di giorno in giorno si mantiene funambolo equilibrio: 
ma quelle morti precipitate
nel presente.




II

Faggio

Ti strappo il veleno che posso,
figlio mio malato di legno:
avanzano le fiaccole d’acciaio 
e tu non vedi la decisione.

Quando mi dici “cerchia”, piango
quando nel buio del muschio ci riconosco interi
squarcio in febbre la miseria.
Lì nella nostra terra - incido - lì è decretato:
per entrambi.




III

Sogno

Stanotte ho pianto perché ti perdevi, Papà
nelle cose che non abbiamo sentito insieme.
Su una pergamena lo strappo di te
da me. 
Papà, stanotte mi hanno inciso l’amore terribile per
……………………………..........................
le tue mani a culla nella sabbia
lontano – non troppo, non veramente – dal ponte di una nave formulata in nebbia
Papà, papà! C’è un lago verde di germogli ed io, finalmente
ti rivedo.




IV

Insonnia

Fra pieghe lucenti – auto sul muro – ritrovo quello che ti ho detto
e invece avrei dovuto darti. 
Lampi si spezzano – goccia – nella retina:
questo dolore non vale niente.
Ma questo dolore – ed è bruna, nella notte – deve pur essere qualcosa.
E io so – lo so, e sonno – che sarà dato senza,
e invece avrei dovuto dirlo.




V

Ci sarà una mattina immobile…

Ci sarà una mattina immobile
e in lei altre immobili mattine
si schiuderanno.

Allora tutto apparirà consacrato
e mi domanderò quali dita e quali motivi sussurrano
quegli steli oscillanti di non esistenza…

Nuovamente 
è tardi e si alza dalla memoria il senso
trapassa la porta di chiuso legno.
Un giorno fra dodici anni
magari anche questa mattina sarà,
e alla fine – mi dico – va bene così.




VI

C’è abbastanza verde, adesso che è sera

C’è abbastanza verde, adesso che è sera
e i miei occhi, pazienti, consumano il muro bianco del sonno.
Adesso che è sera, fino a te
piego pagine e pagine piegate mi ripiegano su prati.
Al di là del vero c’è soltanto massa nel buio:
espiro costante, incomprensibile coscienza. 




VII

Generazioni di dubbi…

Generazioni di dubbi 
respiri tagliati dal verde
immobile – verde – vedere
lentissime condoglianze d’ovatta
al di là del vetro che non accoglie più
false Aureole, false Corone di vapore:
immenso sciogliersi – quieto enigma – di luci e di ombre.





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