Annalisa Mambretti nasce nel 1957 a Milano dove attualmente vive.
In questi anni ha partecipato a letture e incontri poetici, alcune sue poesie sono presenti in antologie.


Dedicata a tutto ciò che ho perso


Ti ho perso,
tra i sentieri che si sparpagliano
laggiù verso il mare
o in salita verso il monte.

Non importa dove
non importa quando.

Poteva essere mattino all’alba
quella rossa fuoco dell’oriente
o quella rosa tenue dell’occidente.

Poteva essere al tramonto
che arriva lieve di malinconia
o con gioia, quando la notte
tesse i suoi sogni.

Non importa sapere l’ora
non importa conoscere i dettagli.

So che tra le mani
resta un fuoco
che si conserva sacro
perché, almeno quello,
non si spenga.

Lo trasporto da un luogo all’altro
e spesso ne scrivo
è soggetto e complemento
del discorso diretto
tra la mente e il cuore.


*



Parola


Appoggia solo la mano
sentiremo il tuo suono
appoggiala sugli astri
di questo infinito universo.

Diventati granelli
nella notte aspettiamo,
aspettiamo il tuo tocco leggero,
per tornare a colmarci di luce.

Pronuncia il tuo verbo
sorprendici con un nuovo messia
portaci soltanto bellezza
torna a farci vivere bene.

Parola sei poesia
suono creatore
sentiamo il tuo soffio leggero
in questo infinito universo.



*


Il tuo corpo armonico mentre osservi la lucidità
dell’acqua e io vorrei starti tra le mani.



Se solo ti voltassi in questi giorni pieni
di pensieri doppi, preda che scappa
dalla negatività che insegue
tutti i giorni, anche se non mia.

Se solo ti voltassi per guardare indietro
non saresti morte ma vita,
un mito che lusinga
d’inconfondibile azione.

Dunque aspetto; forse arriverà quel giorno
santo e celebrato di fantasie concreto
quel giorno col tuo corpo che mi guarda
il mito che confonde e ci perdiamo.


*


Dialogo con un amico


Un tempo,
le montagne, il cavallo, le piante,
la nube, il torrente,
tutti eravamo sotto il cielo.

Saltavamo le pozze, le forre
vivevamo incoscienti
nel cuore portavamo
i segni del cosmo.

Un tempo,
le bestie e il pantano
erano terra d’incontri
l’acqua scorreva divina.

Il cielo più azzurro era vuoto
il giorno o la notte non c’erano
il caos traboccava
di luce.

Un tempo,
bastava sfiorarci
gli sguardi
vedevamo tutte le cose
e nulla era d’inciampo
al nostro cammino.

E’ lontano quel tempo.


*


Per mia madre

Ogni mattina, a colazione,
mi squarcia il petto
e divora ogni mia gioia.

Ancora la lascio fare
come quando da bambina
sottostavo al suo potere.

Adesso adulta
soccombo alle sue pene
e scivola via la gioia
ogni mattina.



*

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