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Andrea Bianchetti

(Milano, 1984) è insegnante. Ha pubblicato diverse piccole collezioni di poesie: Sparami amore di cera (Alla Chiara Fonte, 2007), Estreme visioni di bianco (Alla Chiara Fonte, 2012), Carneficine (ANAedizioni, 2013). Nel 2019 è uscito, per le edizioni Sottoscala, il suo nuovo libro di poesie intitolato Gratosoglio.

Disegno di Ledwina Costantini.



LE COSE BELLE CHE MI FANNO PENSARE A TE

                


            Com’è facile, per l’uomo, perdersi in cose insignificanti.

                              D. Charms, Disastri

1.

I pop-corn dolci,
marroni o gialli
che si sciolgono fra le mani.

Le ruote panoramiche.
Le urla dei bambini
sull’ottovolante.

L’ottovolante.
Le rotaie dell’ottovolante.
Il bambino che non vuole
salire sull’ottovolante.

La casa dell’orrore.
Ma solo quelle da visitare a piedi:
piene di specchi e teschi
e pipistrelli di plastica
e piccoli labirinti
e grida di bambini impauriti.

Tu mi ricordi un pipistrello di plastica.



2.

I fiumi quando sono gonfi e verdi.

La prima volta che ho guidato con mio padre.
Anche l’ultima volta che ho guidato con mio padre.

Le acque della Verzasca
verdi e grandi e vive
e piene di sole e di freddo.

I piedi nudi nell’acqua.

Quando facevo il bagno
con mia madre nella vasca da bagno.

Quando la piscina del palazzo
diventava di ghiaccio
e ci proibivano di pattinarci sopra.

Tu mi ricordi pattinare
sulla piscina congelata del palazzo.


3.

La mia prima cassetta.
La mia prima cassetta che si è rotta nella radio.
La mia prima radio rotta
perché avevo messo la mia prima cassetta.

La prima cassetta che non ho mai ascoltato.

Le mollette viola a forma di farfalla.
Le stelle piccole sotto i tuoi occhi.

I bastoncini di pesce.
I bastoncini di pesce con la maionese.
I bastoncini di pesce con il ketchup.
No, i bastoncini con il ketchup no.
Magari a qualcuno però piacciono.
Ma sì. I bastoncini di pesce con il ketchup.


4.

I cartoni animati.
Tu mi ricordi tutti i cartoni animati.
Anche quelli che non mi piacciono.
No, quelli che non mi piacciono no.



5.

Le stecche di sigarette di mia nonna
nascoste nella borsa da viaggio.
La borsa da viaggio di mia nonna.
Le caramelle alla liquirizia
nella borsa da viaggio di mia nonna.

Quante ne ho rubate.
Che mal di pancia.

Mia nonna che mi diceva di non ridere.
Devi essere serio.
E io non ridevo.

Tu mi ricordi il mal di pancia.


6.

Le nuvole. Le storie nelle nuvole.
Le punteggiature nelle nuvole.
Chi sa leggere le nuvole?
Tu sai leggere le nuvole.
Gli uccelli alti in cielo.
Quelli che sembrano stare fermi.
Anche quelli che si muovono.



7.

                                                                                     a M.C.
I videogiochi con il mio amico.
Pomeriggi a sfidarci
con carte di merendine
e grandi bottiglie di Coca-Cola.

I dischi rock.
Sempre lo stesso.

Fumare e non fare niente
a un tavolo di un bar
il sabato pomeriggio.

Fumare e non fare niente
giù al lago
la domenica pomeriggio.

Tu mi ricordi la domenica pomeriggio.
I pomeriggi della domenica
sono così malinconici.
Non voglio dire che tu sia malinconica.
Ma a volte lo sei.
Mi piace quando sei malinconica.



8.

La prima volta che mi sono innamorato.
Lei era una ragazza più grande
e aveva gli occhi blu
come gli stracci che mia madre
usava per asciugarsi le mani in cucina.
Aveva anche i foruncoli.
Non so perché li nascondeva.
A me piacciono in una ragazza.
Forse era meglio non dirlo a nessuno.
Troppo tardi.
Mi ricordi i foruncoli delle ragazze.


9.

Le corse senza più fiato
per rifare una giostra al luna park.

Le luci di Natale.
Io odio le luci di Natale.
Ma tu me le ricordi.

Il profumo di mandorle caramellate
per le piccole strade del centro
quando la giacca non si chiude
e le persone fumano più forte.

Tu mi ricordi l’inverno.
Tu mi ricordi le giacche che si chiudono.



10.

Le monete che mio padre
teneva in un salvadanaio.
Monete grandi e piccole
che sembravano occhi di
ragazze innamorate.
Le rubavo per giocarle ai flipper,
o per comprarmi le prime sigarette,
o un lecca lecca che ti faceva
la lingua blu.

Tu mi ricordi tutte le cose belle.
Tu mi ricordi la lingua blu.



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