Roberto Milan
FARFALLE
Roberto Milan é Nato a Tortona nel 1937, dal 1946 abita a Chiasso e a Dalpe. Ha compiuto studi commerciali. Ha iniziato giovanissimo a dipingere e a scrivere poesie e racconti. È stato giornalista collaborando con riviste e quotidiani. Nel 1963 pubblica la prima raccolta di poesie Il canto delle rane cui seguiranno alcuni romanzi. Dal 1970 si dedica con assiduità alla pittura senza tralasciare la letteratura.
BETULLA
La foglia mostra pudica il suo rovescio
vacillando al vento ottobrino,
gialla come il sole, tripudio per gli occhi.
Strappata dal ramo, sento il suo gemito
accomunandosi alle compagne inermi.
Le ramazzo come pagine sparse
di un libro mai letto.
FARFALLE
Le parole d’amore sono farfalle.
Angolano in aria agitando le ali
in apparenza senza meta,
con grazia sfoggiano forme e colori.
Si posano leggere sul giallo tarasacco,
succhiano il nettare con frenesia
per poi adagiarsi sull’echinacea purpurea,
favorendo inconsapevoli le nozze.
MARE
C’è bonaccia oggi sul mare
mi dice il bagnino in canotta.
L’onda non s’arriccia sulla rena
la caligine è densa all’orizzonte
sotto i bianchi filari di nubi.
Vede il cielo la bianca corazza
del gambero esanime,
il compagno allibito sghemba veloce
e s’inabissa.
Passeggiando sulla battigia mano nella mano
due amanti si baciano sulla bocca,
il sole è negli occhi socchiusi,
il mondo è rinserrato in quell’atto.
ORA
Nell’agile muoversi delle nuvole
il sole sbuca e sparisce.
La betulla curva la chioma verde
concedendosi alla furia del favonio.
Giocano le ombre sul sentiero,
il pensiero affiora e svanisce.
Lo scoiattolo s’invola sul pino,
s’arresta curioso,
risale vivace sul tronco.
Al tramonto il buio mi assorbe,
il cuore rincorre l’effimero.
SUL FIUME
Sto addentando una mela rossa
seduto sul masso all’ombra delle betulle,
con gesto inutile lancio un legno nel fiume,
e lo guardo scivolare verso il mare.
Indecisa tra ciottoli e macigni
una trota scodinzola flessuosa,
con un guizzo controcorrente
scompare nascosta dal sasso,
indugia sulla sua meta,
il suo pensiero guarda lontano.
Getto il torsolo nella corrente,
qualcuno lo addenterà.
ATMOSFERA ESTIVA
Sopra il nido nel cespuglio
zirla il merlo senza tregua.
Il ramarro immobile sul prato,
attende mimetico la preda volante,
con un guizzo improvviso l’imbocca e la gusta.
Il convolvolo s’avvinghia al palo,
il sole è al sommo e brucia l’ombra,
la nuvola bianca si dissolve.
La caprese è pronta sul piatto
il bianco vinello è nel cesto del ghiaccio
già mi sorride l’dea della siesta
all’ombra del ciliegio carico di frutti.
TEMPORALE
Cereo riflesso negli occhi.
Il sogno si fa nuvola,
trasmigra nel cielo fra lampi di fiamma.
Scende la pioggia con rare gocce,
come lacrime calano sulle guance,
malinconie di ricordi ameni senza seguito.
Nebbia nell’anima, cuore spento.