ingenua, irenica, tardiva
Poesia
N.2 giugno 2022
Diventare numeri
Te ne vai da una casa, ma la casa che ti manca non è più casa, essa è maceria, tomba scavata nel fango di un giardino, non più ospitale ne sicura per te. Ora appartieni ad un altro luogo, dove sei un numero e un problema da risolvere. Chi ti accoglie ha allineato sacchi di vestiti e di cibo, passeggini, pannolini, assorbenti e desideri confusi di rispondere in qualche modo al tuo dolore. E tu arrivi come un sacco vuoto, colmo di bisogni, e ti riempiono e forse appagano, ma non estinguono, non possono spegnere il tuo Desiderio, che quella casa sia ancora, che chi è morto cammini di nuovo in quel giardino.
Irene Valsangiacomo
Patrizia Stierli
Musicista disilluso
Sono nata a Lugano, dove vivo e dipingo da trent’anni. Appassionata al colore e alla pittura fin da piccola, il mio percorso artistico inizia da autodidatta fino all’incontro con l’artista Nando Snozzi che da subito mi avvicina alla pittura a olio. In seguito frequento scuole d’arte in Italia, in Francia, in Svizzera e mi diplomo in pittura di scena. Do vita alle mie visioni attraverso una tecnica pittorica realista che mi permette di raccontare mondi immaginari, ma possibili. Con le opere che creo, desidero risvegliare in chi le guarda, la voglia di riscoprire la meraviglia del reale.
www.patriziastierli.ch
Vincentini Isabella
Salam, Shalom
La storia si aggira per le piazze deserte
in cerca di un rifugio.
È notte, suonano le sirene, chi difende la vita
e fino a quando?
Non sparate perché sarete colpiti alle spalle,
anche i non nati continuano a combattere
spalla a spalla, il dolore e la paura piovono dal cielo dove ieri
brillavano le stelle e la luna. Ci protegge la sabbia
dei nostri deserti chiusa come la vita dentro sacchi di iuta,
ma fino a quando?
Enlil, Signore delle tempeste, dio del vento, dell’aria e della terra
i fiumi sono stati prosciugati, le città sono vuote
Gerusalemme, Atene, Roma,
Costantinopoli, Leopoli, Sebastopoli,
la pace sospende la guerra come una tregua nella Tavola dei Destini.
Salam, Shalom,
il vento diffonde speranza ma nessuno ascolta il cessate il fuoco.
Chi ha venduto l’anima al Diavolo?
Armamenti pesanti, razzi, contraeree, corazzate,
non ci sarà conquista né vittoria. Evacuazioni, incendi,
deportazioni, la patria è in armi e i teatri chiusi.
Echeggia dalle città distrutte il silenzio di chi aspetta l’assedio.
Salam, Shalom,
deponete le armi, una donna alata avvolta in una tunica
calpesta il serpente, un’altra tiene in braccio un bambino
dal bosco raggelato spuntano i primi bucaneve, le primule,
i rami di bosso e i rododendri, un arco di luce rosea come
corda di ormeggio, adesso unisce la terra e il cielo.
Isabella Vincentini (Rieti, 1954) è autrice di saggi sulle poetiche novecentesche e di studi sul mondo greco antico e contemporaneo come Varianti da un naufragio, Il viaggio marino dai simbolisti ai post-ermetici (1994) e la monografia Atene, Un antico futuro (2015), in poesia ha pubblicato: Il codice dell’alleanza (2018), Geografia minima del Dodecaneso (2015) con testo a fronte in neo-greco, Le ore e i giorni (2008) e Diario di bordo (1998). La misura del farmaco, Saggi sulla poesia, a cura di Emiliano Ventura, (Moretti & Vitali 2022).
Alberto Nessi
Invocazione a Dafne*
Lo so che sei presente, che ci sei
con stelle sfavillanti nella notte,
più felice di noi devastatori del mondo.
E allora prova a incantarci, ninfa, come tu
hai incantato Apollo, dio della luce
che uccise con le sue frecce il serpente Puthon
trasforma i mortali in piante
percorse dalla linfa della vita,
condividi la grazia dei tuoi petali
con gli occhi dei bambini che fuggono
dagli assassini in tuta mimetica, dà loro
la lingua delle foglie che si rinnovano
tramuta il sangue in azzurri giacinti
non tenere per te la tua speranza
ma spezza la catena che c'imprigiona
facci spuntare germogli come i tuoi
che incendiano le siepi nel febbraio
disperato, metti in salvo, ti prego,
le donne che pregano tra le macerie
in Ucraina, proteggile dai rovi, falle fuggire
in quella luce da lupi, svelte come vento leggero
trasforma in fronde sempre giovani i loro capelli
le braccia in rami fioriti d'alloro
i loro grembi in nidi di futuro.
12 marzo 2022
*Dafne è da intendere come ninfa- presente anche nelle Metamorfosi di Ovidio - e come pianta (Daphne mezereum).
Alberto Nessi (1940) vive da sempre nella parte meridionale della Svizzera italiana. Scrive poesia e prosa ed è tradotto in varie lingue. Le pubblicazioni recenti sono: Corona blues, Diario dell'anno 2020, Casagrande, Bellinzona 2020, apparsa anche in versione tedesca presso Limmat Verlag, Zurigo e nella traduzione francese a cura di Christian Viredaz, Éditions de l’Aire, Vevey; Alberto Nessi & Jérome Meizoz, Storie di paese/Histoires de village- Poèmes en traduction croisée, Éditions Empreintes,Chavannes-près- Renens (edizione bilingue).
Leonor Gnos
Für den Frieden
Spiel Akkordeon schlag die Trommel
choreografiere die Tour der Angst
fulminante Schritte über Abgründe
und Brücken
unter der Haut ein Sternentanz
ist er ein Seelenschutz
Seelenspitzen Seelenspritzen
für den Frieden
stich die heimlichen Fantome aus
die brütenden Tode
Spiel Akkordeon schlag die Trommel
orchestriere die Aussicht der Lebenden
leg die schwarzen Schatten
über das Schandmal
das einst zu Menschen gehörte
spiel Akkordeon schlag die Trommel
für den Frieden
spiel für den nächsten Tanz
hol die Venus vom Himmel
und sprich leise wenn du
von Liebe redest
Pour la paix
Joue de l’accordéon frappe le tambour
choréographie la tournée de la peur
foulée fulminante pour danser
par dessus le gouffre
sous la peau le sang bat la chamade
-ce ainsi que se protège l’âme
à la pointe de l’âme ce supplément d’âme
pour la paix
chasse les fantômes en secret
et la mort qui enfante
Joue de l’accordéon frappe le tambour
orchestre l’horizon des vivants
étale les motifs obscurs
sur les lieux de supplice
qui fut celui des hommes
joue de l’accordéon frappe le tambour
pour la paix
joue pour la prochaine danse
enlace la Vénus Céleste
et parle doucement si tu
évoques l’amour
Leonor Gnos è nata ad Amsteg-Silenen nel 1938 ed è cresciuta a Lucerna e Herznach. Ad Altdorf ha frequentato la scuola professionale commerciale, ha studiato varie lingue europee in Inghilterra, Grecia, Italia e Spagna e ha lavorato come corrispondente. Ha conseguito sia il diploma di insegnante in tedesco che il Diplôme Supérieur dell'Alliance francaise (AKAD Zurich). Dal 1988 al 2009 ha insegnato tedesco come lingua straniera a Parigi. Vive a Marsiglia dal 2010. Leonor Gnos ha pubblicato romanzi, racconti e poesie.
Fausto Tommasina
Luna e albero
2020
pastello su carta Canson Touch
58 x 41 cm
Fausto Tommasina nasce nel 1961 a Vira Gambarogno.
Frequenta il Centro Scolastico Industrie Artistiche di Lugano (CSIA),
diplomandosi come grafico nel 1988 professione che svolge fino al 1998.
Da allora si occupa esclusivamente di pittura e illustrazione.
È spesso in viaggio.
Espone regolarmente le sue opere in Svizzera e all'estero.
Vive e lavora a Locarno.
Riccardo Duranti
In questa città-trincea
In questa città-trincea fugge
senza passare mai il tempo
-- il tempo separato e sempre uguale.
Impacciati da involontarie armature
e confinati dalle sbarre
soffici e invisibili
degli sguardi distratti
e degli spazi ostili,
per poche ore alla volta
riusciamo a relegar la guerra
sullo sfondo
e ci muoviamo in fretta
lungo la trama di una ragnatela
per rubare la pace che ci spetta
e respirare negli interstizi
l’aria leggera negata
agli ingenui contrabbandieri
come noi
che ignorano
l’incomprensibile frontiera.
Riccardo Duranti ha insegnato per anni Letteratura inglese e Traduzione letteraria alla Sapienza. Parallelamente, ha tradotto milioni di parole e ne ha scritte di proprie per cercare di capire meglio il mondo, gli altri e se stesso. Ha ricevuto il premio nazionale per la traduzione nel 1996 e il premio Catullo nel 2014.
Ha pubblicato poesie (Bivio di voce, Empirìa, 1987, The Archer’s Paradox, The Many Press, 1993, L’affettuosa fantasia, Aracne, 1998, Made in Mompeo, haiku e immagini, Corbu 2007 e Meditamondo, Coazinzola Press, 2013) ma anche racconti (L’orsacchiotto Carver e altri segreti, Ianieri, 2015).
Enea Savio
Osiamo la pace
Osiamo la pace
mi si è aperta la possibilità per un attimo
e un attimo soltanto
di sogni sereni, sereno il cielo qua
invita la fortuna
e questa pagina e questa penna anche
ma, con tutto il suo peso,
ma oggi penso al cielo sul confine
papaveri straziati dal vento
fango e sangue
e il pensiero si tinge mestamente
si spengono i colori
di bianco, nero, rosso e verdastro
scalciano scalcinati
Enea Savio (Melide, 1997) terminati nella primavera 2022 gli studi di Lingua e Letteratura italiana presso l’Università di Friburgo, sta compiendo i primi passi nell’ambito dell’insegnamento liceale. Il brano proposto è la sua prima condivisione letteraria.
Gilberto Isella
Passione nostra
Immagini di Aymone Poletti
Splendenti così chiare
fin sul far del giorno –
chi accompagnate,
mie lanterne?
Marina Cvetaeva
Noi della lanterna magica, al Circo Massimo
per la sfida chiamati, noi caotici barbagli
al suolo, corpuscoli e onde
insieme, impercettibili
istallazioni di vita
La lotta avverrà – annuncia lassù una luna rossa -
fra mille droni del nihil scagliati da un non-dove
e lumi gentili, vorticanti in mani
che nulla sanno del subbuglio degli artigli
Spaziotempo incolore e insonoro
declina col suo cupo zoodiaco in grembo,
ogni fiera è già presa dai mostri del piombo,
spettatori impietriti stagnano nel vento
E noi, i respinti, fiati folli di sibille
sotto lastre-comete, remote scintille
nel Circo ormai disfatto, quando
l’auriga trascina il suo teschio di drone
dopo lo schianto, arrancando
verso torri d’antiluoghi
che non ce la fanno a contenere
il disperato patto col mondo
Ed ecco alla sera un girotondo intorno all’ostia,
luna bianca filosa che chiamano Pace
mentre lo spazio accoglie piaghe danzanti
e se stesso dipinge d’antrace
Di archi trionfali le smorfie sui sentieri,
patologie d’ombre con punte
negli antri suburbani
il groviglio rovente dei fili ./.
Noi, lanterne montane discese nell'arena
tradite dal nostro stesso incanto,
sugli specchi sgualciti del visibile
incapaci di muovere tessere di luce
Ma là in fondo, sempre più in là
un luminoso unìsono di corpi,
e l’ostia che in sonno, tremolante
appariva, torna a ruotare
intorno a un geroglifico bianco
Immagini di Aymone Poletti
“Passione nostra I”
Variazione sull’incisione “planetario trittico”, 2019
Incisione, collage e collage digitale,
diam. cm 18.3, 2022
“Passione nostra II”
Variazione sull’incisione “planetario trittico”, 2019
Incisione, collage e collage digitale,
cm 18.3 x 13.5, 2022
Gilberto Isella, poeta, saggista, autore teatrale e traduttore, è nato e vive a Lugano. Ha insegnato italiano al Liceo Cantonale di Lugano. Al suo attivo numerose raccolte poetiche, le più recenti sono: Arepo (2018), è stata finalista al Premio Camaiore e al Premio Bonanni Città dell’Aquila nel 2019; Il brusio idiota di un'anguilla cavalca la bilancia , Lugano, racconto illustrato da Renzo Ferrari, Edizioni Zedià, 2020; Sciami sciamani, Camorino , Areapangeart, 2020. Con incisioni di Loredana Müller; Catene smarrite, Viganello, alla chiara fonte, copertina e immagini di Enrico Della Torre, 2020; Criptocorsie, Ro Ferrarese, Book Editore, copertina di Giorgio Celiberti, 2021.
Aymone Poletti (1978) architetto di formazione, è una artista visiva e curatrice in ambito culturale, è stata “artista in residenza” presso la Cité des Arts a Parigi dove ha frequentato, tra l’altro, i corsi dell’Académie de la Grande Chaumière. è attiva tra Lugano e Venezia.
Lucianna Argentino
Attraversiamoci l'anima
Attraversiamoci l’anima
con ciò che in noi è foglia
e attende la caduta perché sia
come linfa che sale grezza dalle radici
e poi, ricca di sostanze sottratte alla terra,
nutre tutto l’albero, come i tetti laggiù
contro il cielo ammutolito
che di ogni tegola sanno la sbreccatura
mentre in basso dello spazio fanno casa
in cui sia possibile ogni abitare,
come la nebbia che in questa fine d’anno
sbriciola la luce in gocce d’acqua
in rivoli di colorate stanchezze
dentro cui non vagisce nulla di nuovo,
eppure oltre la porta socchiusa
ribolle la materia informe del futuro
in impaziente attesa del nostro
e pace sia!
(inedito)
Lucianna Argentino è nata a Roma. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: “Gli argini del tempo” (ed. Totem, 1991), “Biografia a margine” (Fermenti Editrice, 1994) “Mutamento” ((Fermenti Editrice,1999); “Verso Penuel “ (Edizioni dell’Oleandro, 2003); “Diario inverso” (Manni editori, 2006; “L'ospite indocile” (Passigli, 2012); “Le stanze inquiete” (Edizioni La Vita Felice, 2016); “Il volo dell’allodola” (Edizione Segno, 2019); “In canto a te” (Samuele Editore, 2019).
Massimo Daviddi
Crocus.
Immagine di Flavia Zanetti
Una biscia d’acqua si avvicina a noi, segreta, siamo nell’estate delle isole vicine, nel firmamento, una carezza che sia duratura, diciamo, ora la storia si è fermata un giorno; forse, uomini e donne s’incarnano in uccelli e pesci, ognuno guarda cosa siamo diventati e sembra chiedere, ‘tu, come stai ora? E quella giornata, la ricordi?’. Intanto un Crocus nero, mai visto, sembra invischiarci in un momento, tremiamo insieme, la pietra fredda ci accompagna.
Immagine di Flavia Zanetti
Segni d'inchiostro su carta quadrettata comune, 2022
Massimo Daviddi è nato a Firenze nel 1954, risiede a Mendrisio. Raccolte: “Zoo Persone”, Ulivo, 2000. “L’oblio sotto la pianta”, Casagrande 2005, finalista al premio Viareggio Rèpaci ed Orta San Giulio. “Il silenzio degli operai”, La Vita Felice, premio Federale di letteratura 2012. Nel 2014 è finalista al concorso, ‘Ultima Frontiera’, Volterra. Del 2017, ‘Madre Assenza’, La Vita Felice. Inviti al Festival della letteratura di Soletta, San Benedetto del Tronto, Genova. Letture a Milano, Roma, Heidelberg, Ginevra. Scrive per il quotidiano ‘la Regione’, pagine Cultura e Società e per la rivista ‘L’Osservatore’. Ha seguito progetti culturali, editoriali, formativi.
Ha dato vita al Gruppo artistico Ugualeuno tra il 1998 e il 2012; è affiliata a Visarte da vent’anni. Si considera autodidatta, disegna, usa la foto, crea installazioni dove privilegia il legno raccolto nel bosco e altro materiale povero. Ama il lavoro a tema dove l’interesse profondo va all’essere umano che vive, pensa, soffre, muore.
Paride Mercurio
La peste di Atene
Lungo le strade
-accatastati-
adesso
riposano in molti
falciati
come spighe di grano
dal nuovo morbo
che ben pochi risparmia
Nella pianura
-tra i campi incolti-
poco oltre
l’ombra delle mura
combatte
affamato di morte
chi può scordare
d’aver visto il dolore
Paride Mercurio
Nato a Novara nel 1969 da genitori calabresi, affetto fin da piccolo dal morbo incurabile della poesia, coltiva da sempre due insane passioni: lettura e scrittura. Tra il 1983 e il 1999, scribacchia, perlopiù di sport, per vari periodici piemontesi. La sua prima silloge, Fiori d’autunno, è del 2002. Seguono Anima memor, nel 2003, e Archeolemmi, nel 2006. Nel 2011 esce Penultimi fuochi che segna il felice sodalizio con Book editore, proseguito nel 2015 con la pubblicazione de La persistenza del tempo. Nel 2021 una serie di liriche scelte viene tradotta in rumeno da Alexandru Macadan e pubblicata da Editura Cosmopoli a Bacau in una plaquette intitolata Foc rece în stele (Fuoco freddo nelle stelle). Suoi versi e recensioni alle sue opere sono apparsi su svariate antologie, blog e riviste cartacee (Atelier, Poesia, Il Segnale, Paideia, Quaderni Democratici, Ilfilorosso). Manager di professione, poeta per amore, non intende redimersi dal vizio della letteratura.
Margherita Coldesina
1.6.2022
(Marilyn Monroe avrebbe compiuto un sacco di anni il primo giugno. Invece.)
Il sangue si arrampica
vuole uscirmi dalla mente
A digiuno di angoli
si organizza in gocce
e si scioglie nelle lacrime
per farsi alto e allungarsi
in una processione carminio
inflitta ai contorni di tutte le mie mura
E chi guarda da fuori vede
uno a uno gli animali scuri
cavalcati da sangue sudato dalla paura
uscirmi dalla testa con rispetto
Menando rifiuti fuori e sassi
E le ferite aperte senza esibirle
Gli occhi tornano miei fradici
da strizzare per tutti gli addii
E il cuore che sussurra agli organi
che adesso si può tornare a colori
E calare il rosa nei buchi in cui si era tombe
Immagine di Margherita Coldesina
Per aspera ad astra
Carbone e tempera su carta, 2019
Margherita Coldesina è un’attrice e poetessa. Dipinge e cammina. Felice, balla.
Alfonso Guida
Con queste poche parole
Con queste poche parole tradurre,
trasporre anche oggi il turbine, proteggere
le rive, accogliere le ombre e le offerte,
sentirlo ancora questo mare aperto
come stupore, madre che cammina
sulle acque, ferita e fiato, ritorno
dell’oracolo muto, questo aspetto,
nient’altro, il già accaduto, le normali
visitazioni stanche di un tempo esule,
da oltre il confine, cose di un passato
che la polvere dona o restituisce.
Alfonso Guida (1973) vive a San Mauro Forte. Ha pubblicato: Il dono dell’occhio (Poiesis, 2011) e Irpinia (2012); Ad ogni passo del sempre (Aragno, 2013); L’acqua al cervello è una foglia (LietoColle, 2014); Poesie per Tiziana (Il Ponte del Sale, 2015); Luogo del sigillo (Fallone Editore 2016); Conversari (Round Midnight, 2021); I Penati (Gattogrigio Editore, 2021) Ha vinto il premio Dario Bellezza per l’opera prima con la raccolta Il sogno, la follia, l’altra morte (1998); il premio Montale con la plaquette Le spoglie divise [15 stanze per Rocco Scotellaro] (2002).
Giovanna Dell'Amico
La pace corre sul filo
Tecniche digitali, 2022
Giovanna Dell’Amico nasce a Carrara nel 1952.
Completa gli studi di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Carrara nel 1982 e si dedica alla professione di Graphic Designer, realizzando progetti editoriali e pubblicitari per il settore lapideo internazionale.
Insegna Grafica nei Licei artistici di Imperia, Firenze, Massa, La Spezia e Carrara. Nel 1997 riprende a dipingere con regolarità, anche in seguito all’incontro con l’Antroposofia. La Pittura contamina la Grafica rendendo sempre più impercettibili i confini tra le due discipline.
Marina Rezzonico
Incerta poesia sulla pace
Da quando ha spiccato il volo dal manifesto a sfondo blu,
per non venir smaltita
con la carta o insieme a rifiuti più ordinari, la bianca colomba della pace,
dove è volata?
Quel verde ramoscello d’olivo, è riuscita a trattenerlo, o le è caduto dal becco,
rimbalzando su uno sterile terreno, o magari incenerito,
le si è polverizzato in cielo?
In volo ! In volo!
Senza più poter farsi notare. Senza mai sostare. Alla ricerca.
Le armi non smettono di tuonare.
Le vittime di cadere. I miti profeti dell’equivalenza, di pontificare.
Le vittime di sparire.
In volo, in volo!
Verso quel piccolo mondo che si dice in pace. Dove la guerra non c’è.
Dove la vita si è innamorata di sé, immemore del passato e del futuro.
Dove il pensiero è complicazione. Presunzione.
Dove impera la comunicazione. E le parole deformano le bocche e gli animi.
Dove le parole, da pietre che erano, si sono fatte bolle d’aria.
Un diverso incombere. Un urlare.
Parole avanzate. Parole mitragliate, smembrate, assassinate.
In volo, in volo.
Volare, osare. Un’ostinazione dura. Una fede secolare.
Come mai prima, la colomba bianca della pace sa
che potrebbe, senza remissione né soccorso, in un’evaporazione trasparente
trasversale, più veloce di ogni volo
cadere.
Marina Rezzonico è nata a Basilea il 28novembre 1948. Ha vissuto in Ticino fino a vent’anni. Si è laureata in Pedagogia all’Università di Genova e ha insegnato Lettere nelle scuole medie superiori della provincia di Massa-Carrara. Attualmente in pensione, vive tra Liguria, Toscana e Canton Ticino. Ha esordito nel 2009 con Da fatali appuntamenti, (alla chiara fonte). Con Manni Editori ha pubblicato Quasi un colpo di fulmine al contrario (2015), Avventura di giorno feriale (2018), Vacanza in prestito (2020). Con Fermenti ha pubblicato la raccolta di sonetti Sotto il peso leggiadro dell’andare (2019); mentre, nel marzo 2022, con Puntoacapo, ha pubblicato la raccolta La parte dell'occhio.
Guido Grilli
Otto movimenti
1.
«Inizia la guerra.
Cavolo» - mi hai scritto da lontano,
battendo notizie
sui battiti del cuore.
«Preghiamo per la pace» - ti ho risposto, alla fine
di prolungati silenzi.
2.
Ti voglio regalare in silenzio
la quiete,
il germoglio della primavera,
preservarti da altre, infinite
battaglie.
3.
Chi inizia una guerra
cadrà per terra.
4.
Mi hai detto sottovoce: «Non ci stringiamo da tanto».
Ti ho risposto: «Non ora, non sotto le bombe.
Sento un altro battito, un’altra ansia: Ucraina. Gli invasori sono a Kiev»
5.
Mi hai detto: «La capitale resiste.
Resisterò anch’io,
noi anche resisteremo. La guerra ora è pure nostra».
6.
Cerco oltre il muro di sasso i bagliori del mare la notte. Scatto,
e la foto trattiene il mare le navi una terra.
Anche un’ombra, la mia.
7.
Credevo non esistere, di non essere
interrogato. Per un giorno,
una notte mi sognavo leggero.
8.
Poi le pietre son tornate chiare pietre,
il cemento, il mio passo
nel gelo è tornato a pesare.
L'immagine è di Guido Grilli
GUIDO GRILLI è nato ad Alessandria nel 1968. Abita a Lugano da sempre. Dal 1992 è giornalista al quotidiano laRegione. Collabora al settimanale Azione. Si è laureato in Lingua, letteratura e civiltà italiana, conseguendo il Bachelor con un elaborato su Dino Campana e il Master con una tesi sulle opere narrative di Paolo Di Stefano. Nel 2012 ha pubblicato la raccolta di poesie, Passaggi (alla chiara fonte).
Marco Conti
Il Belpaese, la guerra e Winston Churchill
A Torino e nelle altre città centinaia di persone sono in fila da 12 ore per l'orologio Moonwatch. Come in Romania, nell'87, per restituire le bottiglie di vetro dell'acqua e del latte, ricordo.
La Rai censura il Papa pacifista e la quercia di Turgenev è fuori concorso da una gara per alberi.
La pandemia non ha più un grande appeal...
Una tizia dice in Tv che quel tale non può parlare della guerra in Ucraina e di Putin perché lui in Russia non c'è mai stato. E neppure in Ucraina.
Lady Astor: "Winston se fossi tua moglie metterei del veleno nel tuo caffè"
Churchill: "Nancy, se fossi tuo marito lo berrei".
Ora non bisogna estendere questo concetto di Winston proprio su ogni cosa, altrimenti dove andiamo a finire.
Cossato, 26.03.2022
Marco Conti, biellese, è giornalista culturale, poeta, saggista. Ha pubblicato in poesia Stellato chiaro (Crocetti, 1986), L’ospitalità dell’aria (Campanotto, 1999), Via delle fabbriche (Viennepierre, 2004) e ha concluso un quarto libro, La mano scrive il suono, di prossima uscita da Archinto. Ha curato e tradotto l’ antologia poetica di Joyce Mansour, Blu come il deserto (Terra d’Ulivi edizioni, 2019). Si è occupato della poesia di Samuel Beckett, Pierre Reverdy, Augusto Blotto, Eliza Macadan, Eric Sarner e altri autori. Nel 2017 ha pubblicato Breviario di dissidenza (Mimesis, 2017), dizionario di critica culturale. In etnologia ha scritto Una processione illuminata dai mignoli (2000) e Il volo della strega (2004).
Stefano Scandella
Anime morte
Nell’ora che segna «rinascita»,
tra schiocchi di vita e il verde vapore
e dei colli l’allungarsi delle ombre,
e il riso e la gioia e l’accordarsi,
un’anima muore;
Mentre si delineano nuovi atti e parole,
e la sera non può portare che nuova quiete,
e dolce rimane perdersi tra volti
non conosciuti ma in tutto consimili,
un’anima muore;
Soltanto di fragili note stridenti
si colgono canti di sorte, di stenti,
un passo sbagliato sul ramo svezzato
un’anima muore;
Ormai son giunti, alle porte d’ottone
gente non nata nell’ora migliore,
un’anima muore.
Stefano Scandella è nato a Cugnasco-Gerra (TI), appena terminato il percorso di studi di letteratura italiana e filologia all'Università di Friburgo e pronto per iniziare a settembre un percorso di dottorato all'Università di New York.
Stefano Fontana
Chi fa la prima mossa
Chi fa la prima mossa
deve poi saper vestire il bianco,
ma non è detto che gli doni.
Game on e cade l’insegna degli alfieri,
stramazzano i cavalli e si ammazzano
tra le torri diroccate
i pedoni bianchi e neri.
Non affliggerti per quanto accade
diceva il re Davide (e a me piace
proprio perché non era un santo):
la spada che oggi divora l’uno
con l’altro un domani farà altrettanto.
E mentre da te c’è sempre il bianco
e da me c’è ancora il nero
di Copenaghen ricordo un cimitero
e una lapide dove stava scritto
che quel che oggi tocca a me
domani invece sarà per te.
Rivoli, 22 e 23 marzo 2022
Stefano Fontana è nato a Gallarate (VA) nel 1963. Sposato, ha due figlie e vive e lavora a Torino
Nadia Sabbioni
Così vicino così lontano
Inserimento di farfalle di carta su foto di foto Sat (3 passaggi),
cm 60 x cm 60, 2019
Nadia Sabbioni nasce a Lugano (CH) il 15.11.1952. Dal 1973 al 1978 frequenta l’accademia di Belle arti di Firenze e di Milano-Brera, dove si diploma nella sezione di pittura. Tra il 1980 e il 1985 insegna educazione visiva presso le scuole medie e professionali del Canton Ticino. Nel 2008 vince una borsa di studio per un soggiorno di 6 mesi a Parigi, presso la Citè internationale des arts. In seguito darà corsi di scultura per adulti nella città di residenza a Carrara. Il suo lavoro si alterna tra pittura, scultura, fotografia, istallazioni e design.
Vive e lavora in via Fossone Alto 24-54033 Carrara (MS)
Mail nadiasabbioni@virgilio.it
Vince Fasciani
dalla raccolta “Diario ordinario”,
Campanotto, 2007.
sento cadere intorno a me
una pioggia di immagini
l’album è pieno di fotografie sbiadite
troppo simili a cose vive
semplicemente un sogno e basta
appendo l’ultima immagine
scivolata per terra
manco me la ricordo
un momento qualsiasi della mia vita
tiro le cose per le lunghe
giro e rigiro intorno alle mie illusioni
per andare più in là
mi ci vuole una piccola consolazione
un palpito di bontà
Vince Fasciani è nato nel 1950, in Svizzera, da padre abruzzese e madre svizzera-tedesca. Autodidatta, ha iniziato nel 1977 la sua attività letteraria. Autore in italiano e francese, nel 1983 pubblica a Ginevra Saisons métisses (Olizane). A partire dal 1984 parteciperà a numerose letture pubbliche, in particolare in Svizzera, Italia, Francia, Colombia e Nicaragua. Ha fatto parte, dall'84 all'87, della cooperativa editrice Aelia Laelia. Tra le ultime pubblicazioni poetiche si ricordano: in italiano Diario ordinario (Campanotto, 2007); in francese J'ai oublié mon âme au pressing (l'Age d'Homme, 2019). Vive a Ginevra.
Daniele Vriale
Guerra
Squarciano la notte,
trafiggono il cielo,
tuonano nel buio.
Distruggono,
annichiliscono,
uccidono.
L’umanità è smarrita,
pregna di dolore,
atterrita dallo sgomento.
Invochiamo la pace,
urliamo,
ci commoviamo,
e, inermi, osserviamo.
Daniele Vriale, fiorentino del 1965, ha pubblicato i romanzi, Enrico? (Altro Mondo Editore, 2019) L’ultimo passo (Porto Seguro Editore, 2019), La curva della vita (Robin Editore, 2022), e le raccolte di poesie Fotografie letterarie (Booksprint Editore, 2018) e Squarci emotivi (Polistampa, 2020), che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti letterari nel corso degli ultimi due anni, tra cui il Premio della giuria Città di Siena 2020, il 3° Premio Città di Como 2021, ed il 1° Premio Salvatore Quasimodo 2022.
Alfonso Marino
A guerra song’ io
Stà dint’’a ll’uocchie
si pe’ ’a paura
i’ guardo ’a n’ata parte
’A tengo dint’’e rrecchie
quanno m’’e ’attappo
pe nun vulè sentì
Sta’ dint’’e mmane
quanno ’un ’e stenno
mentre quaccuno affonna
’A tengo dint’’a vocca
quanno m’’a nzerro
o ’a uso per fà male
A guerra song’ io
’A tengo
nchiusa a chiave
dint’’o core.
1 marzo 2022
La guerra son io Sta dentro gli occhi / se per paura / guardo da un’altra parte // L’ho nelle orecchie / quando le tappo / per non voler sentire // Sta nelle mani / quando non le stendo / mentre qualcuno sta affondando // La tengo nella bocca / quando la chiudo / o la uso per far male // Sono io la guerra // La tengo / chiusa a chiave / dentro il cuore
Alfonso Marino è nato nel 1948 a Napoli vive a Sabaudia. Si occupa di scrittura poetica per i più piccoli (con relative illustrazioni), di traduzioni in napoletano di poeti da tutto il mondo. Produce collage artistici e verbo–visivi.
Davide Carletto
Scatola cranica
Questa luce che brucia gli occhi,
questo cielo capovolto,
forse è tutto un intero cielo azzurro.
L’orizzonte di cristallo è fragile,
al tatto si sgretola insieme al sogno
e la luce diventa buio ed urla;
nero, silenzio in questo cielo,
che ora limpido ed opaco
spazza tutto via in un turbine.
Ciò che era considerata vita.
Ciò che si credeva pura libertà.
A volte la scatola cranica non si svita,
contiene solo un vortice fine a stesso,
come un film che dura tutta un’eternità
Davide Carletto è nato a Biella in Piemonte ma vive a Bellinzona, di lavoro è operatore sociale. Assiduo collezionista di tutto e di più, specialmente di vinili. Suona il pianoforte, il basso elettrico e gioca con i synth. Oltre a scrivere poesie compone canzoni, musica e testi. È tra i membri fondatori dell’associazione socio-eco-culturale MeTeOra, che promuove attività di socializzazione, culturali, ricreative e artistiche tra i quali lo storico mercalibro a Bellinzona. Ha partecipato a varie edizioni del Ticino Poetry Slam.
Evan Bernasconi
Malessere
l'ansia per il mondo
se ne va via
e poi ritorna sempre
controparte inevitabile
del respiro di un polmone
malato, onde che vanno
vengono scappano ritornano
scena muta all'esame della vita
tutti bocciati
ma noi parliamoci invece
che le parole ogni tanto
le inspiri lentamente e
spira la tachicardia
Evan Bernasconi è nato a Lugano nel 2001, ma ha vissuto a Bellinzona fino alla fine del liceo. È un ventenne, lanciato nel mondo degli adulti di pari passo con una pandemia. Nella vita è studente di Lettere all'Università di Bologna. Non ama prendersi sul serio, ma prende sul serio le poesie che scrive.
Aline Camponovo
Sangue senza senso
Domani un soldato partirà.
D’ora in poi le sue mani
sporche di polvere e sangue
(forse suo o forse altrui,
nemmeno lui lo saprà)
stringeranno il metallo freddo
di una mitragliatrice
gravida di colpi.
Gli occhi sbarrati rifletteranno
i lampi del mortaio,
le orecchie non potranno
dimenticare gli spari
e l’urlo del ferito,
quel grido nero che precede
il gelido abbraccio.
Domani una donna
sarà sola.
Chissà se lo rivedrà.
Entrambi piangeranno;
saranno
le stesse lacrime
di dolore e disperazione.
Domani un’esistenza
sarà appesa ad un filo,
e sotto un cielo plumbeo
pioveranno papaveri rossi.
15 marzo 2022
Aline Camponovo è nata a Losanna nel 2001 da genitori ticinesi. Attualmente studia italiano e storia presso l’Università di Losanna.
Alessandra Angelini e Diego
I bambini credono nella pace...non deludiamoli
Lia Galli
Laissez-la dormir
Lasciatela dormire
che il cielo d’Europa
è di nuovo denso
di presagi e di fumo neri.
Lasciatela dormire
che sono stati aperti di nuovo
i cancelli e le belve affilano
i denti, i coltelli,
si puliscono la barba insanguinata
sul cranio dei nemici.
Lasciatela dormire
che dalla terra crescono mine e sventure
e gli amici hanno pugnali aguzzi
avvolti in astucci di seta
sotto il cuscino fiorato.
Lasciatela dormire
che ha le gambe stanche
e i pensieri intrecciati
come fili di rame,
che ha di carta velina le mani
e occhi di opale a proiettare
riflessi d’indaco, verde-giada,
cobalto sulle stoviglie spezzate.
Lasciatela dormire
che ha seppellito una figlia
a tarda notte nel campo,
che ha vegliato accanto a lei
con le mani giunte per ore,
che il marito stanco si è tolto il cappello,
si è fatto sagoma scura di dolore
sotto il profilo fragile della luna.
Lasciatela dormire
che troverà al risveglio
giorni di polvere e assenza,
che proverà incolmabile distanza
verso chi può avanzare leggero
e ogni possibilità di gioia
la farà sentire colpevole.
Lasciatela dormire
che i sogni del mattino
sono sogni di veggenti,
porte di ebano nere
scolpite d’ombra e futuro
e lei in sogno ride.
Lia Galli nasce a Sorengo nel 1986. Laureata in filosofia e letteratura italiana, è docente di cultura generale e italiano. Sue poesie e racconti sono apparsi su riviste, antologie, e opere collettive. Nel 2015 ha pubblicato la sua opera prima Non si muore più per un bacio, mentre nel 2019 Costellazioni distoniche (alla chiara fonte editore), vincendo il Premio Poestate. È co-fondatrice, assieme ad Aluna Hofmann, della rivista culturale indipendente De-Siderium.
Grazia Frisina
Questo paese
Questo paese -
frontiera di stoltezza
sospinto su carriaggi bramosi
di rombi e guerra
Dove orientare il passo?
Qui niente è orizzonte o presagio di bene
Niente evocazione di Dei
Con cosa nutrire l’annunzio dell’ipomea
il venire meraviglia dell’alba?
Di cieli vedova
è la fede -
arnia infruttuosa
avvizzito ciborio
Grazia Frisina, vive in Toscana. Già docente di Lettere nelle scuole superiori. Le sue pubblicazioni: il romanzo A passi incerti (2009 finalista “Premio Firenze” 2009), il dramma poetico sulla Shoah Cenere e cielo (2015- rappresentato al museo della Deportazione di Prato), e Madri (2018), prefazione di Marinella Perroni, (tre pièces su alcune figure femminili del mondo biblico, dalla pièce Stabat Mater è stato realizzato un corto, girato nel carcere di Pistoia); le raccolte poetiche Foglie per maestrale (2009), Questa mia bellezza senza legge (2012), Innesti (2016 – opera vincitrice alla XVI ed. Contropremio Carver, 2018), Pietra su Pietra (2021), Avrei voluto scarnire il vento (2022).
Daniela Collina
Serve lavoro di cucito
Incisione calcografica su matrice di rame, misura cm 7x5
tecniche: acquaforte, cera molle
Tiratura 150 esemplari su carta Hahnemuhle gr 300 fto cm 20x17,5
Daniela Collina ( CoDa) del laboratorio La Tarlatana, Via Canonica 1/b – 40126 Bologna
Maddalena Moccetti
Una poesia per bambini
Cos’è la pace? Si chiede il bambino,
e comincia a pensare, sotto al caldo piumino.
La pioggia gentile, i fiori, le stelle.
La merenda, gli amici: son tutte cose belle!
I teneri abbracci, il mare d’estate:
Tutto questo ricorda la pace!
Le bombe, gli spari, la gente che scappa…
Questo con la pace non c’entra un’acca.
Il bambino lo sa, e triste si domanda:
perché non lo capisce anche chi comanda?
Poi chiude gli occhi e sogna un bel prato:
un mondo senza guerra, felice e colorato.
Maddalena Moccetti è nata nel 1991 a Lugano, esperta di letteratura per ragazzi, è bibliotecaria presso la Biblioteca Cantonale di Lugano e collabora con il sito Libri Sport, la rivista Il Folletto e con le Edizioni Svizzere per la Gioventù.
Luca Gilioli
Soldati
calici di
cristallo
a un palmo
di stanza
al banchetto.
tra angosciose
vampate
s’appannano,
s’appannano,
e attendono
l’ordine da
chi li ha
in pugno.
Vito Montuori
Tutti sono partiti.
Hanno lasciato
i poveri muri a intristire
senza nemmeno il conforto di un’ombra
sotto il sole impietoso
Sono andati via tutti,
e quelli rimasti
hanno già la grigia stanchezza
di fantasmi dimenticati
da un vento di morte impetuoso
Fingono tutti di avere una mèta
che il cammino giustifichi,
che sciolga un poco la pena di andare
senza una destinazione precisa
Impazzite falene che il destino
scuote nella coppa delle mani,
che illude di un miraggio di fuga
e poi brucia a una vampata di guerra
Tutti a giocarsi la vita
sotto l’indifferenza del cielo.
Vincenzo Montuori è nato nel 1953 a Napoli, dove si è laureato in lettere moderne con indirizzo filologico e, successivamente, in Filosofia del Linguaggio. Dagli anni Ottanta vive a Cremona dove ha insegnato materie letterarie negli istituti superiori. Dal 1990 fa parte del gruppo de “gli Stagionali-poeti in Cremona” con i quali tiene letture poetiche. Dal 1991 collabora, con conferenze su autori dal Duecento ai giorni nostri, alle attività dell’Università della Terza Età - sezione di Cremona e a quelle della locale società Dante Alighieri. Ha collaborato con il Comune e con la Provincia di Cremona in relazione a progetti per la promozione della lettura nelle scuole. Ha
tenuto alcune conferenze su problematiche storiche relative a temi della storia del Risorgimento e del Novecento; inoltre ha tenuto e tiene conferenze e cicli su tematiche letterarie per il circolo cittadino A.D.A.F.A. Suoi racconti brevi sono apparsi su quotidiani e settimanali locali. Ha pubblicato, inoltre, saggi di tipo letterario sulle riviste “Si scrive” e “L’unicorno”. Montuori ha pubblicato due volumi di saggi, Fede e poesia, nel 2001 e Il lettore di provincia, nel 2003 e i seguenti
volumi di poesie: L’altra faccia della luna (1991), Mutazioni (1995), Canti e discanti (2002), Passaggi di stato (2005), Amore di lontano (2008), Amore e disamore (2010), Autostrada del Sole (2011), Quattro variazioni alla maniera di Pessoa e Una lunga fedeltà (2013). Le sue più recenti pubblicazioni sono due volumi di racconti brevi (circa 140) , con prefazione di D. Maffia dal titolo “Così, tanto per dire…”-racconti brevi di pianura e di altri luoghi- 1990-2017 e un’ autoantologia dal titolo “Nella
gabbia dorata – Rime, 1986-2016” con prefazione di A. Fo.
Silvia Meier Camponovo
Perestroika e Glasnost
Dove sono i valori del grande Mikhail?
Con l’aggressione all’Ucraina,
barbarie assoluta,
la verità e la trasparenza
non ci sono più.
Ma le scie di due aerei
si incrociano, si allargano,
si attenuano ai bordi e inondano i social:
improvvisamente appare un angelo
nel cielo sopra Kiev.
E un giorno il cielo azzurro tornerà a splendere sui campi dorati.
(14 marzo 2022)
Silvia Meier Camponovo è nata e cresciuta nel Luganese dove ha frequentato il Liceo letterario. Dopo essere diventata maestra di scuola elementare, ha studiato Lettere (musicologia, inglese e tedesco) in Svizzera romanda. Vive e lavora a Losanna.
Anne de Montet
À ma Suisse, cette lettre v
2004
Nous vivons sur une île bordée de naufragés.
Au loin, les enfants du testament antique s'entretuent,
et notre regard lointain obstinément s'endort par tant d'images dénaturé.
Dans l'autrefois déjà des peuplades rivales
se vouaient sous l'égide d'un dieu guerrier à l'Interdit.
Mais aujourd’hui est venu d’outre océan,
un nouveau Pharaon - sans son port hiératique –
mais certains de ses droits et du Bien qu'il dispense et relègue
hors de ses mains iniques:
le Mal, c'est l'étranger.
Ainsi Dieu et le Diable sont une seule Personne un mélange explosif.
À qui donc s'appeler ? La Raison pure, hélas est peu photogénique
et notre terre devient un astre exténué.
(Prenons garde, prenons garde à cet Apocalypse
qui menace de son feu même cette île sereine
qui se croit l'arche encore où volent des colombes).
Anne de Montet est née en 1912 au bord du lac Léman. Elle fait des études de peinture à Paris, puis s’établit comme photographe à Zürich, jusqu’au début de la guerre. Dès 1942, elle fonde, avec Werner Graeff, la « Fotoschule Locarno » qui offre aux réfugiés des cours rapides de réadaptation professionnelle. Elle écrit des contes pour enfants, des sujets de ballets et des poésies. Anne de Montet, veuve du peintre Italo Valenti, est décédée en 2009
Angelo Mandorlo
Pellegrina di guerra
Camminava, correva
la Madre del Signore,
tra le macerie,
sotto le bombe.
Abbracciava i bambini,
consolava le madri.
Pellegrina di guerra.
Piangeva ancora,
dopo il Calvario,
come se una fonte
dai suoi occhi sgorgasse.
Madre di tenerezza
sei venerata.
Ora ti è chiesto
di accogliere il dolore ,
tutto l'orrore
di questa guerra inutile
dentro il tuo cuore,
come una melagrana
aperta, sanguinante.
Madre dolcissima,
Madre di grazia,
Madre di speranza
Illumina le tenebre
della nostra angoscia.
semina la speranza
dentro la terra arida
dei nostri cuori.
Ravviva la nostra inedia
dentro il Tuo abbraccio.
Madre della pazienza,
Madre di consolazione,
Madre del tuo Figlio Risorto.
Angelo Mandorlo è nato a Mussomeli (CL) nel 1948. Nel 1978 si è laureato in Pedagogia presso l'Università di Urbino. Sino al 2009 ha lavorato presso il Comune di Riccione come direttore della Residenza Protetta per anziani e dal 1999 è stato responsabile del Servizio comunale “Politiche della Formazione”. Ha svolto attività sia nel campo teatrale che in quello musicale facendo parte di diversi gruppi teatrali e polifonici, partecipando, tra l’altro, all’esecuzione della Misa Criolla svoltasi nello stadio di Misano Adriatico (RN) e all’Arena di Verona sempre con José Carreras. Successivamente nel 1999 è stato aiuto regista per la messa in scena di “Rappresentazione della Passione” diretta da Antonio Calenda con la partecipazione di Piera Degli Esposti e del “Magnificat” di Alda Merini, interpretato da Paola Pitagora al Meeting per l’Amicizia fra i Popoli (2004).Dal 2009 è in pensione. Scrive poesie, racconti per bambini, testi teatrali.