Erram Zeffiratelli (1973, Porto Ceresio) è un tecnico saldatore specializzato in giunti strutturali per ponti sospesi. In poesia ha pubblicato: Scintille, 2015 e Protezione obbligatoria nel 2020. 



Sezione gialla


Una linea di luce compressa,
filamento giallo neon,
spessore: 1 millimetro circa.
Tesa, orizzontale,
ma tremolante sul bordo sinistro,
dove l’energia cambia pressione e si curva.

Una massa semi-liquida, color miele.
Densità: non misurabile, ma evidente.
Ha profondità, ma si comporta come superficie.
Riflette, rifrange, distorce.

Non è acqua,
è più lenta.
È più calda.
È più piena.

Una forma triangolare capovolta:
rosso-arancio, con bordo inferiore verde.
Inclinata verso sinistra,
come un segnale stradale in un sogno.
Galleggia.
È sommersa.

Oppure è una lente ottica interna al vetro.

Oro fuso, saturazione cromatica,
con inserti specchiati.
Striature interne,
movimento congelato.

Griglia metallica sfuocata.
Tre barre parallele, oblique,
luce fredda, contrasto netto.
Oggetto esterno.
O riflesso.

Ombra rosata,
come dita riflesse.
Una presenza umana deformata,
quasi un errore.
Ma non è errore —
è traccia.
Il tutto è visto da dentro o da fuori?
Non si sa.
Il vetro separa ma non chiarisce.
È superficie e barriera.
È lente.
È esterno del mondo.
Luce artificiale ovunque.


*


Bordo di pietra nera


Materiale:
acciaio inox spazzolato.
Orientamento delle micro-linee:
orizzontale, 600 grit circa.
Incroci minimi:
graffi leggeri,
non accidentali —
registri di uso.


Superficie:
convessa in modo appena percettibile,
luce verticale che scivola in diagonale.
Sorgente non visibile:
presumibilmente una finestra —
oppure un tubo fluorescente lontano.


Colori:
grigio metallico caldo a sinistra,
passaggio a toni bruniti al centro,
ombre bluastre a destra,
riflesso di qualcosa d’esterno
che non si mostra,
ma insiste.


Presenza di particelle:
quattro punti opachi visibili in alto a sinistra,
piccole sedimentazioni di polvere o unto,
non rimosse.
Testimonianza d’abitare.


Pietra nera in basso:
granitica, lucida.
Con inserti chiari
come stelle perse nel marmo.
Spigolo visibile,
troncato netto,
taglio tecnico,
preciso.


Non ci sono esseri umani,
ma c’è l’evidenza del passaggio.
Come se qualcuno avesse appoggiato la mano
— e poi ritratta
e questa lastra contenesse
un’attesa lunga,
metallica,
educata.


*


Rifrazione verticale



Materiale:
superficie metallica riflettente,
probabile acciaio inox
con trattamento PVD color oro.


Illuminazione:
fonte luminosa diretta,
posizionata in alto a destra,
non visibile.
Temperatura colore:
probabilmente 2700–3000 K.


Incidenza:
luce tangente.
Angolazione di rifrazione elevata
sulla piega verticale della superficie.


Colore dominante:
giallo ambra, pieno.
Degradazione cromatica verso l’ocra
nell’area sinistra,
dove la luce non incide.


Asse verticale:
presenza di microfessura o discontinuità tra due pannelli.
Sottile, netta, continua.
Interruzione del riflesso.


Struttura:
microspazzolatura orizzontale visibile
soprattutto nelle zone più illuminate.
Non uniforme.
Presenza di micrograffi, abrasioni minute,
non recenti.


Riflessi secondari:
ombra centrale, indefinita,
forma umana non leggibile.
Eventuale sagoma del fotografo.
Distorsione dovuta alla curvatura del metallo.


In basso:
interferenza di righe chiare,
possibile riflesso da griglia sottostante...
Linea di luce orizzontale sfocata,
non definita.
Su tutta la su

perficie:
nessuna narrazione.
Nessuna funzione narrativa.
Solo luce.
Solo metallo.
Solo variazione.


*


Simmetria ambigua


Colore: grigio perla in zona chiara,
antracite al centro.


Due ellissi sfocate,
una a destra, una a sinistra,
simmetriche ma imperfette,
temperatura colore: 3500–4000 K.


Centro verticale più scuro,
linea non tracciata,
ma indotta dal gradiente tonale.


Assenza di punto focale.
Nessun oggetto definito.
Tutto è superficie diffusa.


E-mail
Chiamata