Giulia Mammana è nata a Foggia nel 1989, da madre leccese e padre siciliano. Dopo la laurea alla University of St Andrews, ha vissuto da nomade tra Londra, Bruxelles, Milano e Cardiff. Ha lavorato come copywriter in tre lingue diverse, e oggi scrive racconti e poesie in italiano e in inglese.
E' appassionata di thrillers e mistery novels, che divora famelicamente.

 


Le cipolle



Nella cucina grondante per il gran vapore
In piedi da ore davanti alla tovaglia a scacchi
La zia Netta sbuccia le cipolle
Sfoglia uno strato di cipolla e poi un altro
Uno e poi un altro
Uno via l’altro, dentro al pentolone che ribolle
E se il bambino le chiede: “perchè piangi?”
Lei risponde: “è per le cipolle”
Sono piccole le cose che oggi fanno la sua vita
Le grandi cose sono già passate



*



Treni



muri dipinti nei sottopassaggi
giungla suburbana
campi di grano
campi di pannocchie, campi di niente
io mi abbraccio le gambe, le stringo
mi tengo insieme
questo è un viaggio lungo e doloroso
i guai che ho creato spingendomi oltre il limite
mi torturano in questo posto immobile
dai treni non si scappa
mentre fuori tutto cambia
case che diventano ponti
alberi che si trasformano in fabbriche
nuvole che sembrano schiuma di mare
mare che scivola nel cielo
teleferiche come righe di un pentagramma
case che scorrono come in una pellicola
chissà se alla fine del viaggio
riuscirò a tenere insieme tutti i pezzi



*



La prospettiva



In volo
la terra sembra semplice
ogni dettaglio del paesaggio è chiaro
i ruscelli scivolano dalle montagne
e si uniscono al mare
Dall'alto
si può osservarne il percorso
tutto assume un senso
Ogni montagna, fiume e bosco
tutto è al proprio posto
al posto che gli appartiene
Mentre voliamo
la casualità degli elementi
diventa un'asimmetria perfetta
Immagina se potessimo volare sulle nostre vite:
potremmo finalmente cogliere il corso degli eventi
e intuire il senso delle cose
vedremmo tutti i colori
dei campi di sotto
mescolarsi in un'unica gradiente
vedremmo i fiumi nascere alla fonte
poi disseccarsi,
ingrossarsi,
straripare,
poi disseccarsi
e poi rinascere ancora
e ancora
e ancora
Se noi potessimo
allora non temeremmo la vita
perché vedremmo che nulla in natura
può davvero finire
Ma noi
possiamo solo attraversare la vita
come se scalassimo quelle montagne
aggrappandoci, disperatamente
a ogni roccia
temendo il precipizio
non osando guardare di sotto
e senza immaginare la bellezza oltre



*



Partendo



Sono arrivata alla fine della mia vita qui
con tre scatoloni soltanto
dentro una piccola stanza
in una città ostile e troppo grande
il vento sbatte sulla finestra
- mi dice di andarmenein
quei pacchi c’è la mia piccola vita
c’è il vestito che avevo quando ci siamo incontrati
e quel regalo che non hai mai aperto
ci sono i cocci dei miei sogni calpestati
tenuti insieme con della colla, ma non è lo stesso
è tutto lì dentro
Su un pacco di fogli stropicciati in fondo a un cartone rotto



*



Una giornata



Una giornata da dimenticare
è una giornata storta, andata male
una giornata triste
vissuta a metà
una giornata traditrice
sporca
senza sentimento
una giornata egoista
che si è presa tutto da me
e non mi ha lasciato niente
è un lasso di tempo sprecato
Questa giornata
mi ha rubato qualcosa
ed è andata via
senza restituire
senza pentirsi
senza scusarsi
Sei tu,
la mia giornata da dimenticare



*



Il volo



Volare alto
È quello che fanno gli stormi a caccia
o
Un corpo umano che attraversa l’aria col suo peso
Volare, materia impalpabile dei sogni
Sogni oppure incubi?
Un corpo che vola o un corpo che precipita
Volare verso l’alto o volare in picchiata verso l’asfalto
È comunque volare



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