Linda Baranzini nasce a Faido nel 1987. Laurea in Lettere Moderne e storia (Ginevra 2011, Bologna 2014). Esperta in discipline corporee: musica (arpa classica e celtica), snowboard (istruttrice freestyle), yoga (insegnante II livello), acroyoga, danza (classica, flamenca, Bharata Natyam).
Pubblicazioni poetiche: Gli inediti del premio internazionale Mario Luzi, Roma, Fondazione Luzi, 2012, Solo vorrei ammirare lungamente/diario dal Nicaragua, alla chiara fonte, 2018; Suona poi/lo scaccia spiriti, in De-Siderium, rivista culturale indipendente on-line, 2021.
Sera di mezza estate
Anche se a volte un po’
sbarazzine e disorganizzate
queste giornate
di estate inoltrata in cui mi sono dedicata
a preparare il tuo compleanno
non mi parlano
di disordine oh sporcizia oh piatti da lavare
bensì di sano caos
il salutare guazzabuglio
dell’esistenza.
E c’era Krizia, una diversa
Dora Markus
meno lontana
e sfuggente forse, la quale
con o senza cipria
allietava le giornate
di mamme disperate.
Di chi, se non altro, per ora,
sopravvive all’estate.
*
Mamma di Iris (con Recalcati)
Almeno tu, mamma di Iris
mi saluti
quando arrivo con i miei due
sempre schivando gli sguardi.
Sei quasi sempre in basso
all’altezza di tua figlia
a portata di occhi
pieghi la testa di lato
sorridi dolcemente
e dici qualcosa in dialetto.
Si vede che sei una mamma brava.
Anzi, una mamma buona. (Recalcati).
*
Il barometro del giusto
È lotta anche oggi
per metterti in faccia un bisogno
NON UN CAPRICCIO.
È lotta anche oggi
per ridere lo stesso con mio figlio
anche se il lavoro più grande
è stato investito
per ignorare il tuo disagio.
Non ti guardo e tengo gli occhi bassi
su di lui perché se lo facessi
temerei, se ti guardassi dico
di darti fuoco
o esplodere di rabbia
allora implodo silenziosa
giorno per giorno
sono diventata una cagna randagia
che cammina a lato della strada
-mi ignorano almeno-.
Quell’investimento mi è costato caro
con te sommato ai miei parenti serpenti
ho perso tutto io, ed ora
quel vostro disagio
è solo mio.
È lotta anche oggi
perché ho ingoiato rabbia ed ora
vomito amnesia
e fumi di zolfo e cadmio
-mi danno bromuro di potassio-.
Ma non scrivo più oggi per lottare
lo fanno gli altri
le AI e quelli che non sapevano farlo
quando io dominavo
ed ora mi logoro nell’assenza di scopo.
A che vivere senza
parole
per
la
poesia?
È lotta anche oggi per servirti su un piatto d’argento
gli avanzi del cibo malsano che hai servito
a me ieri
e vinci tu perché mi sfugge un altro grazie.
È lotta anche oggi perché
io ero una regina
e sono diventata quella cagna
perennemente affamata e affranta e tu,
tiranno,
sei cresciuto
nella tirannia.
Per quanto riguarda i più direi che sono sempre più tirannici ma conservo purtroppo la consapevolezza che la mia nuova posizione impedisce al mio osservatorio di essere oggettivo
osservatore.
È lotta, quindi, anche oggi, per tentare
uno sguardo sulle cose in quanto
io vedo
il barometro del giusto
alquanto spostato.
*
Libertà
Non c’è spazio nella mia testa
né per pensare né per riflettere.
Non c’è misura su questa terra
per le vostre catene;
sono i miei vincoli
la sola chiave
per la libertà.
Sui rettilinei inesistenti dei miei diritti negati
essa è misurata.
Sulle tue braccia a bisturi e barbiturici
sono incise le tracce dei tuoi traumi.
Le tue caviglie gonfie invece
Chiedono, giallastre, alle ossa un po’ di pace.
Non è rosa la penna che impugno
blu bensì e sa di mirtillo;
resisite il mio cuore malandato
al vostro sequestro.
*
Vorrei solo stare per ore
A vedere crescere un fiore.