Francesca Auguadri Virdis è nata a Mendrisio, in Svizzera, è insegnante di italiano.
Nel 2021 ha pubblicato il suo primo libro di poesie: Fram-menti di vita con Booksprint edizioni; nel mese di settembre 2024 ha pubblicato la raccolta Solo in alto guardano le foglie, con l’editore FirenzeLibri, a cura di Massimiliano Bardotti. Alcune sue poesie sono presenti in raccolte e antologie collettanee.
Le poesie: Ispirato a Sylvia Plath, Cerchi e donne, Ma le donne, Alla mia vecchiaia sono tratte dalla raccolta Solo in alto guardano le foglie, 2024.
La poesie: Nascite, Gemelle, Venere distesa ( ispirata all’opera di Michelangelo Pistoletto), sono tratte da Stati di negazione e altre faccende, in attesa di pubblicazione.
Ispirato a Sylvia Plath
Sono come Sylvia.
Nevrotica.
Divisa.
Costantemente tesa
all’azione,
alla stasi.
Sono palude.
Ma così ricca
che se dovessi
muovere un piede
a galla salirebbero
miliardi di pesci.
Lucenti e vivi.
Così vivi
da mettere le ali
e volare.
Cerchi e donne
Il cerchio delle donne,
vestali di aree e perimetri.
Li percorrono, figlie poi mogli
poi madri poi nonne poi donne.
Calcolano quale sia la superficie
e la spaccano. Da sempre,
per sempre, aprono e si aprono.
Alcune amano i bordi e lì stanno.
Alla mia vecchiaia
Sei già parte di me,
ti sento arrivare
con il tuo profumo triste.
Vorrei non riconoscerti,
una, ormai, fra mille,
e girarti le spalle.
Ti vedo arrivare
con il tuo fiore degli anni.
Vorrei non guardarti,
e ridere, la bocca aperta.
Sei già parte di me,
ti sei infilata nei miei vestiti
con il tuo tocco nodoso
e mi aggrovigli la pelle.
Vorrei non invitarti,
ma tu insisti,
a scavare e scavare
nel tessuto poroso.
Ti presenti puntuale
ai miei appuntamenti
e ti accomodi distesa
sul mio divano.
Lo accarezzi morbido
e si scioglie una caramella
fra i crateri delle labbra.
Nascite
Forse sono nata un po’ fuori
dallo spazio e dal tempo.
Mi riconosco nei muri
di pietra a secco
e in quelli freddi e lisci.
Sarà che di tutti
amo i pori
e quello che ci respira.
Mi appoggio e ascolto
ciò che hanno da dirmi.
A volte mi stanco
e cado ai loro piedi,
altrimenti mi arrampico,
su fino alla fine.
Gemelle
Amo le donne
ma posso anche odiarle.
Madri e matrigne
danno e tolgono.
Generano, se vogliono
e anche se non vogliono.
Stringono e abbracciano il petto,
capita anche il collo.
Si somigliano, nell’apparenza
ma allo specchio, chi è la più bella?
Frantumi di risposte
e sguardi fieri:
per infierire e fiorire
oppure rifiorire.
Siamo sempre due di due:
e alla fine ci dividiamo
per due.
Venere distesa
( ispirata all’opera di Michelangelo Pistoletto)
Ma le donne sanno volare
anche aggrappate ad un muro.
Non hanno artigli
eppure graffiano.