Isabella Steiger nasce a Berna nel 1966. Si diploma in grafica al Centro
Scolastico per le Industrie Artistiche, nel 1996 apre il suo studio a
Lugano. Si forma in arte terapia.
Con Flamingo Edizioni ha pubblicato la raccolta di poesie Frammenti
di realtà immaginate. Nel 2022 e nel 2023 vengono pubblicati due suoi
racconti sulla rivista d’arte Vision-Magazine.
La scrittura è uno dei mezzi di ricerca che utilizza nel suo lavoro.
Ha due figli, Sebastian e Norberto.
ETÀ
L’età ha sempre un vezzo, un atto di piacere
oppure attimi di virtù
A vent’anni comincia un inaspettato declino
si sostituisce a poco a poco la spensieratezza
con il tempo della coscienza e della impermanenza
E di tanto in tanto attonita rivolgeva lo sguardo
al quartiere del Lazzaretto
dove i corpi in tempi di epidemia venivano isolati
Al crepuscolo si trovavano sfigurate poi alcune
per aver amato un altro uomo
oppure un'altra donna
L’animo parla, ripete locuzioni e brevi frasi
la pochezza degli stolti porge le guance
aride d’invidia
ACQUA
Sembrava che da tempo mancasse
il tintinnio della pioggia sui davanzali
Scrivere per diletto o per difetto
sottraendo quei termini che per loro ragione
non desiderano vivere dentro a una pagina
Presidente l’ha mai visto un corpo dilaniato in guerra
in un giorno di fine estate?
Nulla è certo se non il fatto che un giorno lasceremo
avidi di esperienza
il nostro abito sgualcito e consumato ai posteri
loro indosseranno altre stoffe e altri colori
Alcuni dopo avere sperimentato periodi lussuriosi
tornano a quella terra conosciuta
e rievocano
nostalgica incertezza
MEMORIA
Si susseguivano riproduzioni sconfortanti
solennemente i più asserivano che le cose non erano
così come si scorgevano
Tuttavia si contavano i corpi e non erano caduti per caso
qualcheduno aveva maneggiato con cura
quell'orrenda giostra
Saltano le scuole, gli ospedali oppure i musei
non resta quasi più nulla della bellezza di quel mondo
A infrangere i vetri e i muri non erano soltanto le bombe
ma quanto di più assurdo si presentava in quella battaglia
I morti restavano lì senza riposo
per ridefinire i confini o sconfinare in terre da tempo
calpestate da altri
Aveva un nome quel rumore assordante
e il fatto di bombardarci
con immagini a ripetizione
Guerra oppure eccesso senza storia?
Appaiono come lontani ricordi cancellati
da una memoria troppo agile
ROSA
Il colore alla nascita distingue un mondo dall'altro
Si dischiude con il tempo e al sole, aprendosi
come fosse un abito di sottile organza profumata
A volte ha colori bizzarri, blu cobalto
oppure blu di Prussia
poiché è stata immersa in inchiostri e cromie di sintesi
Quando i petali stramazzano è tempo di separarla
dal vaso che l'ha accolta insieme a un gineceo
di petali sottili
vorrebbe restare per sempre viva
e sa che giammai una rosa è nata
per essere in eterno immersa nell'acqua
così da non farla seccare
TEMPI
Più di sette miliardi
sotto a un tetto apparentemente magico
fatto di nuvole ed etere
Addossati l’uno all'altra copulavano
e altri ancora da quel cielo scendevano
su una terra ormai dissestata
e screpolata da abitudini convulse
Le apparenze non erano fatte di cambiamento,
semmai di una coltre di rifiuti
che nell'insieme erano ben più corposi
del peso di quei miliardi su miliardi
ormai pronti ad aumentare ancora
Erano tempi mercantili
SPOSTAMENTO
Carri
in continuazione giravano
come fossero lancette d’orologio
parevano tanto veloci
da non lasciare neppure un attimo di sospensione
Di tanto in tanto un pezzo di legno si staccava
e fermava il loro procedere
tant’è che il carro interrompeva
il suo perpetuo spostamento
Invano parevano gravitare intorno al centro
ma il pezzo mancante
non permetteva all’insieme di procedere
Un pezzo, un po’ come una parola,
manca a comporre altri pezzi
slega il volto dalle impressioni di quel cerchio
Fu allora che capì l’importanza di un ramo
che si adagia con precisione
ai modi di una parola dentro a un libro
VENTRE
Gorgogliano dentro al ventre degli alberi
i cerchi o gli anelli
tra segni sottili e più spessi
A volte giocano tra loro
Oppure si inaspriscono poiché
il chiarore dell’uno soffoca molti altri
Poi si estendono verso l’etere e senza inganno
avvertono il sibilo di certe macchine
pronte a fare una comune pulizia
Quanto si ritraggono
pur di non temere la loro rovina