Francesco Luisi nasce a Udine nel 1992. Laureatosi in Italianistica a
Friburgo con una tesi su Antonio Tabucchi, si trasferisce nel 2019 in
Ticino dove attualmente lavora come insegnante di Italiano al Liceo
cantonale di Locarno.
Ha pubblicato nel 2021 per il Verziere Lunario privato - Capricorno e ha
partecipato con un intervento alla raccolta di saggi parodistici Versi.
Breve antologia di poeti animali, sempre edita per il Verziere (2023).
1.
Le parole di un addio
sono mute atone nulle
Sono una calle inesistente
nel centro di La Plata
Le parole di un addio
sono La Plata
città ideale in un contesto nemico
Le parole di un addio
sono architetture statiche perfette
di un mondo-obitorio
2.
Quando penso a te
circumnavigo la rotonda di Locarno
totem di béton brut
dalle coniugazioni calcificate
Non posso
Non ho potuto
Non potrò
3.
A una flebile fiamma
bisognosa d’ossigeno
Verde
agli occhi miei
non è il colore degli occhi tuoi
È una veste borica
dedita a rinfrancare
sacrate forme di chiaroscuri vari
sfoggiata con sprezzatura
sprezzante
nell’asprezza di Bausan
Verde
è un saggio di fiamma
che si forma tra i fumi
d’un metallo di transizione
in cui divenni falena
dove la combustione
a intermittenza
brucia ancora le alette
storte e pelose
lunghe e sottili
Brucia come le pagine d’un trattato
d’un teorico esperto
(ma come si diventa esperti in amore)
che ripeteva all’ossessione
È insita la passione
è innata
allo scoccar della visione
Qui sì che riemergono gli occhi
qui sì che risplendono serpentini
i tuoi felini cattivi in fieri
nel godimento del patire
Verde
è dove l’acqua è più alta
per ciò che sta sotto
per ciò che va a fondo
Come pietre sul letto del Taro
Come alghe sulle sponde del Verbano
Come licheni su scogliere liguri
Eppure anche tra falesie fanghi deserti
all’imprevisto d’un raggio
si staglia salvifico un punto
una macchia
una striscia
un campo
una vasta e fertile pianura
Vĭrĭdis è tema di virere
“essere vigoroso, essere verde”
Il vocabolario recita “Etimo oscuro”
Non sa che la fiamma deve ancora accendersi
4.
Calici di vino brindano
a segnalare gioie e adulteri
Spirito nero vile sole
nelle iridi di giovani amanti
L’artista nostrano solfeggia
e nessuno lo ascolterebbe mai
Al di là della pieve romanica
le nubi dell’operosità padana
Il domani è tetro
5.
Lugano è la mia risorsa di nemesi
affondata in un pantano d’abisso
È nera e sempre lo sarà
nella sua aurea età della finanza
fetida di anni Ottanta
È schiava schiva prigioniera
immortalata in eterno
in turbo imprese di vetro-cemento