Doris Bellomusto


SE CHIUDO GLI OCCHI

Doris Bellomusto si è laureata in lettere classiche presso l’Università
della Calabria, insegna materie letterarie presso il “Liceo G. Pascoli”
di Barga (LU), dove vive dal 2011. Non ha mai dimenticato né i suoi
studi classici né le sue radici meridionali. Dalle sue inestinguibili                             
nostalgie sono nate le raccolte di poesie Come le rondini al cielo,                                edizioni “Tracce”, Marzo 2020; Fra l’Olimpo e il Sud, Poetica edizioni,                          Luglio 2021; Nuda, Ladolfi editore, Giugno 2022.


Invito a pranzo


Se mi invitate a pranzo
apparecchiate con cura
posate una poesia
accartocciata e corta
sul tovagliolo
e nel bicchiere versate
desideri che ubriacano
masticate piano i sogni
duri che vi porto in dono
ingoiate le false verità
che vi dirò e lasciate
le briciole alla cinciallegra.
Al dolce ci penso io,
vi porto la gioia di una ebbrezza
amara e dolce, eterna e nuova
paziente e lenta tenerezza
di una strega senza età.



Vince la vita


chi guarda la luna e il selciato
chi ascolta i discorsi dell'ubriaco
chi cammina annusando l'aria
chi perde le chiavi e spalanca la porta
chi ha fretta e rallenta
chi ha pane e non ha denti
chi ha denti e non ha pane
chi non centellina baci
chi bacia lentamente
chi lentamente invecchia
chi inventa la gioventù che manca
chi mantiene la gioia
chi gioca


LA MIA CASA


La mia casa è un ricordo obliato,
comprato a caro prezzo.
È la cornice al quadro
che dorme nel museo.
È un dispetto, un ricatto,
lo scherzo di un fantasma.
È fatta di pietre e travi
tormenti e pentimenti
timori e titubanze
stanze strette
stanze larghe
disordine e sconfitte
letti sfatti
desideri
nascosti negli armadi
insieme a domande
mai poste
per penuria di risposte.
La mia casa contiene
secoli e memoria
trattiene me e il medioevo
l'odore del caffè, il suono della sveglia.
C'è una forza d'attrito
sconosciuta altrove
non scivola mai niente in questa casa,
ogni battito del cuore si attacca alle pareti
e dai soffitti piovono nostalgie.



FOTOGRAFIA


Se chiudo gli occhi
se mi schiudo al vento
se raccolgo tutto
il tempo nascosto
fra le rughe
se accolgo le premure
di mia madre
se perdono a mio padre
l'eccesso di allegria
avuto in dono
se imparo dal mio gatto
a chiedere l'amore
mordendo le caviglie
se sto così come qui
stasera sarò salva.



TURANDOT


Astuta Turandot
inganno l'attesa
cantando.
Nessun dorma!
Può bastare un oblò
per guardare il cielo
attendere l'enigma
e il mistero.



CUORE MIO


Inciampa, arranca, corri
cuore mio
salta il fosso, lascia quell'osso
al cane affamato
tu sei già sazio di nuvole.
Allunga il passo, lancia il sasso,
cuore mio
fai rumore, stringi i pugni,
affida al vento sogni e tormenti,
l'indecente speranza che domani sia meglio.
Batti il tempo,
cuore mio,
mescola al sangue
il mare e l'eterno,
al firmamento
affida la vana promessa
di amare ogni giorno
il prossimo tuo
come te stesso.



DA MORTI


Bisognerebbe da morti
perdere nome e cognome
non avere tomba né urna
farsi bastare il cuore di chi resta.






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