Mariastella Eisenberg è napoletana; ha insegnato nei Licei e poi ha lavorato come Dirigente Scolastica.Ha pubblicato, oltre a numerosi contributi su riviste, il romanzo Sara, Guida 2005; Carovita, Lettere arti scienze 2009; Chiedi alle mani, Sovera 2009; le raccolte di versi Alfabetando, L’Aperia 2011; Cantico nella parola svelata, Compagnia dei Trovatori 2013; Madri vestite di sole, Interlinea 2013; Viaggi al fondo della notte La migranza L’erranza La viandanza, Oèdipus 2015; il romanzo Il tempo fa il suo mestiere Spartaco editore 2016; il romanzo Il prete ebreo nel 2018, sempre per Spartaco editore. Nel 2019 la raccolta di liriche Stupro di guerra per Interlinea editore.
Si è accumulata polvere
polvere degli umani
polvere del tempo
su di me.
Gli oggetti si consumano
puliti
lucidi
spolverati allo stremo
in modo maniacale.
Io no
sono impolverata
uno strato spesso
che non va più via
deturpa
e forme
e viso:
morirò impolverata
in una casa linda e pinta.
Si sono salvate
dalla polvere
le parole.
Si sono scritte
da sole
io non le ho contaminate.
Si sono arrampicate
sulle vecchie mura
di strade solitarie
cercando luce
e aria
e sole:
volevano esser dette
non hanno incontrato nessuno
allora si son dette da sole
con modestia
a fare storia.
Io
senza storia
invece.
Ognuno riesce
solo se sognato.
Mi son sognata
da sola
frenesia senza requie
fin da piccina.
Non ha funzionato.
E’ diventato
incubo.
Il freddo
dentro le ossa
non se n’è andato.
Il caldo
cercato con ansia con angoscia con paura
non l’ho trovato mai.
Sono persona preda
tra i ghiacci
imprigionata.
Ci addomestichiamo
a vicenda
le parole ed io.
All’improvviso
a volte
vediamo
a volo
una finestra-mondo
da sopravviventi.
Ancora non so
se
l’amore è più di me.
Non l’ho imparato
ancora.
Forse non è così
però.
Forse perché son donna
persona preda
sempre.
Ancora.
Parole sospettose
e
sospettate
si muovono
-lente-
insieme a gesti struggenti
di cura.
C’era una (ri)volta
il dolore:
mi ha fatto poeta
trafficante nascosta
di parole notturne.