Fabio Contestabile nasce a Maroggia nel 1954. Dopo gli studi in italianistica insegna in diverse scuole del Cantone. Nel 2007 pubblica la sua prima raccolta di poesie Con parole semplici, cui seguono: Non c'è che il fluire crescente, 2010; Spazi e tempi, 2011; Screziato di metallo il suono (con trad. tedesca a fronte di M. Rossi), 2013; Il senso incerto, 2018. Un testo in prosa, quasi un "romanzo", La mappa per Pétur, esce nel 2015. Nel 2012 e nel 2016 è invitato alle Giornate letterarie di Soletta. Quando non scrive si occupa di linguistica storica e comparata.




1.

ci sono parole qui accanto
danzano

e orizzonti che invadono, mutando

udire e cercare
nel ritmo dei sensi

non è solo destino



2.

le parole tutte s'assomigliano
ché scorrono suadenti nello stesso fiume,
hanno alcune il suono delle cose
e altre la nostalgia d'un pensiero
o curano ferite e sono vere
o lucerne per falene nelle sere

io non so, non potrei dire
quali e quante siano o saranno mie,
vanno e vengono come il vento
e il respiro, a volte le rincorro,
ne sono innamorato, mi sento vivo:
linfa sotto la scorza di ritorto ulivo



3.

trascorro il breve mezzogiorno di primavera
che un vento appena mosso conduce tra le foglie
del verde nuovo, promettente e leggero

e non so che dire: è tanto appagante e segreto
questo stare a mezzo respiro in un nulla di pensiero
che mi farei ape o moscerino, trasparenza, pulviscolo di cielo:

anche solo il canto insistito della capinera




4.

ben oltre il canneto     
quando verde l'acqua si confonde
col cielo piovuto dalle foglie

esiste davvero
un punto, una linea distesa
che sembra sparire dal vero

sulla riva siedo,
ma non credo di avere
nemmeno una mezza parola

che sveli il mistero;
scende presto per i poeti
la sera: sognerò o rimpiangerò

un pezzetto verde di cielo




5.

in attesa della prossima neve
seguo il volo dei corvi nel cielo
oltre le cime dei larici inquieti
e le braccia più possenti degli abeti

hanno l'istinto fragile dell'animale:
lasciarsi portare, veleggiare, andare
e sarà un altro ramo, un anfratto
ritrovato – noi arranchiamo negli anni,

non possiamo evitare le tracce
sul sentiero gelato del nostro vagare:
perché niente scompare se non
nel pietoso ricordo negato



6.
                "et c'est seulement parce que la vie se tait
                   maintenant davantage autour de moi que
                   je les entends de nouveau"
                                                  
M. Proust


forse un giorno rinasceranno
più vicini come solleticare d'ombre
i silenzi scomparsi di tanti anni fa

erano solo innocenti parole
mai nate, che all'orecchio negarono
un filo di senso e un poco d'affetto

poi furono dimenticate, via sciacquate
dal tempo che corre e non inciampa
e leviga la scorza sopra le ferite

poi furono rinnegate, gettate nel vuoto
perbene di virtù riconosciute, poi
più nulla: nessun suono le ha salvate

quei silenzi non sbocceranno là
dove avrebbero dovuto, allora,
incarnare un sorriso, innamorare la vita





7.

no, non mi sono sbagliato:
perfino sopra la città a tuffarti
dalle nubi giù verso il lago
sei venuto come un momento
che non può attendere, come
il senso vero d'un segno da sapere –
eppure non fai altro che
volare, la cosa più naturale
che ti possa capitare!
e allora, corvo, vola, vola –
ti farò un cenno, ma da lassù
temo che tu non mi veda



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