Cristina Intzes (Sorengo, 1972) vive a Vienna, dove insegna musica e pianoforte. Collabora con l’Università della Musica (MDW) come mentore nella formazione degli insegnanti e con la Croce Rossa come consulente nel campo del bullismo e cyberbullismo scolastico in un progetto innovativo di sostegno per tutte le scuole del Bundesland di Vienna.
Seduta al pianoforte
non suono a tempo,
eppure
gli occhi sulle note,
immagine di suono,
seduta suonando
è sogno,
che torna e ritorna.
È richiamo.
Davanti a me
immagini del mondo
diurno
sogno.
È tempo.
*
Ti parlerò
di una notte
blu di valli ad u e v
passata in treno
a pensarti
a morderti
rosicchiando
conchiglie e bolle
fluorescente
visione
di me
pesce sognante.
*
Quando si alzerà
la marea
cercherò nel sale bagnato
un tuo segno,
sulla banchina,
sul frangionde,
o sul pontile ancora di legno.
Quando si alzerà
la marea
griderò il tuo nome nel frastuono
di questo divino disegno,
la bocca
aperta contro vento,
ad aspirare il suono
del tuo venire lento.
*
La marea è qui
e io che ho contato
ogni giorno…evocando
grano per grano.
La marea è qui!
Io, che l’aspettavo
incessantemente
scrutando, pregando,
sfiancata dal vento
non solo sul faro, ma dentro,
non trovo parole:
parole-conchiglia
parole-grano
parole-granchio
per restare forte e ferma
a descriverti – ora –
ad accoglierti di nuovo e ancora,
per comprenderti tutta,
te, fracassante onda informe, grande,
debordante.
Ora sei tu incessante.
*
Il mio desiderio
di te
fluttuante
esperienza
tra l’io e il tu
guardando
questo mese passare
gravido
di piogge,
su un vetro gocciolante in cortile.
Perché d’estate la pioggia
disseta,
perché è un cortile spoglio
di bellezza,
e io sospesa oltre.
*
Il tuo giardino
non è un giardino.
Le tue cure
non sono cure.
Il tuo seminare
non è un seminare.
Il tuo dedicarti
non è un dedicarti.
Il tuo canto
non è canto.
Il tuo sguardo
non è sguardo.
Tu sei tutto
e pure il contrario di tutto.
Io, allora, che t’ascolto,
guardo, parlo e dico,
che il tuo giardino è bello
che il tuo abbraccio è caldo
che le tue cure portano frutti
e il tuo sguardo ad un bacio.
*
pomeriggio di stagione
imprevista calura
lussuriosa di stanza
lussuria di distanze
profanate
da un battito di labbra
latitudini indomabili erotiche
*