Fotografia di: Yvonne Böhler






Christian Viredaz
Verso l’altra riva


Christian Viredaz, nato nel 1955 a Oron-le-Châtel (VD), vive dal 2009 in un paese del Nord vodese. Poeta, ha pubblicato sinora sei raccolte (tra il 1976 e il 1996). Traduttore, ha lavorato presso la Croce Rossa Svizzera dal 1989 al 2000 e presso l'Ufficio Federale delle Assicurazioni Sociali dal 2001 al 2020. Dal 1981, ha tradotto un quarantina di libri, prevalentemente di autori svizzeri italiani. Di prossima pubblicazione in Francia le sue traduzioni di Minimalia di Alberto Nessi (Cheyne, 2021) e de Il collo dell'anitra di Giorgio Orelli (La Couleur du colvert, Circé, 2022).



Nota dell’autore:
La maggior parte delle 40 poesie di Vers l'autre rive (Ginevra, Eliane Vernay, 1996) sono state scritte durante una settimana di giugno 1993 in occasione di un renshi organizzato dal prof. Eduard Klopfenstein, dell'Università di Zurigo, che aveva riunito due poeti giapponesi, Makoto Ooka e Shuntarô Tanikawa, e tre poeti svizzeri, Beat Brechbühl, Alberto Nessi e Eliane Vernay, invitati a scrivere a vicenda una poesia in risposta alla poesia precedente, e una squadra di traduttrici e traduttori incaricati di volgere ogni poesia nelle altre lingue. Io traducevo in francese le poesie di Beat e di Alberto - e, nel tempo disponibile, scrivevo in parallelo la "mia" catena di poesie. Quelle pubblicate in questo fascicolo sono state tradotte nel 2003 da studenti di Pietro De Marchi all'Università di Zurigo.



*


La notte goccia a goccia
semina di crucci
i cammini

Il mattino meschino
ispira un’arietta
alla civetta

Alba in pieno sole
la luna fa la doccia
sulla cuccia

Mezzogiorno arioso
schiaffo velenoso
feccia di vino

Boccate di sale,
è rigido
il pomeriggio

Quando la sera piomba
un sole di piombo
tira al bersaglio

Quando torna la notte
la tua gatta pupilla
sfavilla

Una tettina rotonda
il mattino seguente
ti depista in un niente

La farfalla notturna
sulla lampada elettrica
s’è bruciata le ali.

La bella di notte
sul materasso ad acqua
ti ha smoccolato la candela.

La bella di giorno
tra le pagine del libro
ha conservato i suoi petali.

E tu, tutto il giorno
sulla poesia dell’amico
ti strappi i capelli.


*


Il giorno che le guerre saranno sante
gli amori puri
i politici onesti e le mani giunte
senza sozzura

il giorno che i potenti diranno la verità
che i soldi nelle tue mani
avranno l’odore del pane
e le nostre lacrime un gusto di sole

il giorno che i cuori saranno d’oro
e aerea la forza
e l’aria che respiri e l’acqua
libere da ogni veleno

Il giorno che i profeti
ritroveranno l’infanzia, e la carne e il verbo
Quel giorno, dice il poeta,
potrò andare in vacanza!


*


Donne fuggite che mi fustigate il cuore
adusto come un quadrante solare
ogni volta che torna la luce a ravvivare
con un tratto d’oro l’iscrizione secolare
che pretendevate di smentire
“tutte feriscono, l’ultima
uccide”


*


Ho camminato sulla neve
ho camminato sulla sabbia
ho scongiurato di notte la morte tra le nostre lenzuola.

Il mare ha cancellato le mie orme sulla spiaggia
il sole ha sciolto l’ultimo fiocco
i miei figli sono cresciuti.

Mi ricordo della musica
incisa dai nostri passi sulla neve,
della febbrile carezza della sabbia
che inarcava i miei piedi,

ma ho dimenticato tutto
della notte che suggellò
il mio destino di padre.


*


Avrei voluto trovare il tempo
di scegliere per te le parole della felicità
posarle sui tuoi occhi
perché ne conservino la chiarezza

infilzare con gli spilli sui tuoi muri
farfalle vive
diafane promesse
d’eternità

vivere nel tuo sguardo
il tempo che ci separa
il tempo che ci unisce

le prime volte
sono anche le ultime
occorre averne cura


*


Per mesi e mesi il lago infaticabile
ha rotolato sui ciottoli della riva
la bottiglia infranta che l’ubriaco rabbioso
scaraventò in acqua.

Il tuo giovane occhio ha colto in un lampo
la bellezza di seta del coccio di vetro
restituito alla sabbia

e tu contempli ora
nel cavo della manina
la più preziosa delle pietre.





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