Adriana Gloria Marigo
Nel fortilizio del mattino
Adriana Gloria Marigo, nata a Padova, vive a Luino. Direttrice della collana di poesia Alabaster per Caosfera Edizioni, si occupa di critica letteraria per le riviste online Readaction Magazine e Limina Mundi. Ha pubblicato in poesia: Un biancore lontano, LietoColle, 2009; L’essenziale curvatura del cielo, La Vita Felice, 2012; Senza il mio nome, Campanotto Editore, 2015; Astro immemore, Prometheus, 2020; gli aforismi lirici Minimalia, Campanotto Editore, 2017.
... L’alto vascello del fratel di Gama *
Cercheremo come Magellano
il passaggio da oceano a oceano,
ancora una volta.
Sia allora l’implacato navigare
costanza di viaggio.
Se pure fortunali e burrasche
batteranno l’alto vascello
un sole bruciante inebrierà
di silfidi l’onda.
La notte trafitta di stelle impiglierà
gli occhi nella fortuna della Polare.
* da Ottave di Camoens, Poesie di ventidue autori spagnuoli del cinquecento – tradotte in lingua italiana da Gianfrancesco Masdeu, Roma MDCCLXXXVI
*
Torneremo a tentare
il fervore della vela
sulle distese nettuniane
dopo grafie caudine
giacché ci forma il pensiero
di un fiore gentile
il sorgere di una rêverie,
vocazione d’ala per il volo.
*
Siamo arrivati al reale
senza scampo
agli eteronimi del tempo
a questa invadenza di presente
che inghiotte le voci.
Ma l’eco sorta in canto intrama
il tremore d’aria che la regge.
*
Monadi, talvolta lanciando
luce di avvicinamento
nella migliore grazia
restituzioni di portolani
racconti di traversate sicure
orniamo polene
oltre la partitura del vento,
il suono incessante marino.
*
Il 17 aprile 2012
lungo via Sant’Alberto Magno
che tra fronde ingenue
avvista la Torlonga
petrosa lirica diurna
ezzelina salmodia notturna
superato il sotòportego
Riviera Tiso da Camposampiero
il pomeriggio solivo
in luce suprema
officiava il silenzio.
*
nel bosco, presso la Margorabbia,
domenica pomeriggio, 21 febbraio 2021
Qui non ci sono gli attriti del tempo,
il curaro di sue pargolette invidie
o i dardi di fuoco di sue meningi
liete di offerte agli Olimpici.
Qui vive la foglia germogliante
dentro riparo di gemma,
l’occhio azzurrino tra l’erba
dimentica dei trascorsi di gelo
e la suite del fiumetto balzante.
*
Nel fortilizio del mattino
la chiarìa della luce vince
l’ossessiva nullora
grave
di vita piena,
ascrivi ai naufragi
le fàtiche immagini
l’estro zenitale assolve
alla brama degli alberi,
il sole compie il suo corso occiduo
tu ammaestri le vele di una
navicella di parole fragranti.