107 Kurt Marti
uomo donna amore
collage
a cura di Annarosa Zweifel Azzone
collana Quadra
pagine 32
Immagine di copertina:
Mauro Valsangiacomo: Esercizio a 14 part.
luglio 2020
Kurt Marti (Berna 1921 - 2017)
Kurt Marti è il più importante poeta della Svizzera tedesca della seconda metà del Novecento. Il suo esordio avviene nel 1959 con la raccolta di poesie Boulevard Bikini a cui seguono, nello stesso anno, i republikanische gedichte; poi, a scadenze regolari, le sillogi gedichte am rand (1963), rosa loui (in dialetto bernese, nel 1967), le leichenreden (Luchterhand, Darmstadt und Neuwied, 1969), che diventeranno presto un vero e proprio best-seller, riedite ben 13 volte, e tradotte ( talora solo parzialmente) più di venti volte.
Annarosa Zweifel Azzone è stata docente di Letteratura tedesca alla Facoltà di Lettere dell’Università di Padova, dove, sia nella didattica che nella ricerca, si è occupata in particolare della letteratura della Svizzera tedesca. Contributi critici e traduzioni sono stati dedicati dapprima all’opera narrativa di uno dei più grandi scrittori del realismo ottocentesco, lo zurighese Gottfried Keller. L’attenzione si è in seguito concentrata sulla poesia svizzero-tedesca del Novecento. Dopo testi monografici dedicati a Erika Burkart e a Kurt Marti, nel 2013, con l’editore milanese Nicola Crocetti, ha pubblicato l’antologia Cento anni di poesia nella Svizzera tedesca in cui per la prima volta vengono presentate al lettore di lingua italiana – con apparato critico e testo tedesco a fronte - 150 poesie dei più significativi poeti (e poetesse) svizzeri del Novecento.
Ha tradotto, tra gli altri, Thomas Mann (Tonio Kröger, nella Bur con il testo tedesco a fronte), Eduard von Keyserling e Joseph Roth per Adelphi e, per Marsilio editori, Romeo e Giulietta nel villaggio e Sette leggende di Gottfried Keller, con apparato critico e testo tedesco a fronte. Per ADV Publishing House (Lugano 2016) ha tradotto e curato una selezione di poesie di Kuno Raeber, uno dei più misconosciuti e contestati poeti svizzeri del Novecento. L’interesse per la poesia svizzera di lingua tedesca ha preso corpo, oltre che nell’antologia già citata, in Poesia della Svizzera tedesca tradotta da poeti (Crocetti editore, 2019).
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La poesia racchiusa in questo libretto, così composito e così profondamente impregnato di sessualità e di eros, è opera di un pastore riformato svizzero, Kurt Marti. Nato a Berna nel 1921, nella capitale svizzera ha svolto per vent’anni la sua attività pastorale nella Nydeggkirche, ricevendo, per i meriti conseguiti, la laurea honoris causa dalla Facoltà di teologia. Kurt Marti, oltre che per i suoi scritti teologici, è stato noto (e a lungo contestato) in Svizzera soprattutto come homo politicus : lucido diagnostico della realtà svizzera ( e del suo paese Kurt Marti mette sotto accusa soprattutto la neutralità della coscienza) e voce intransigente del dissenso.
Date queste premesse, in Marti la scrittura poetica si configura in ampia misura come appello morale; ma non meno importante è il ruolo del pastore e teologo bernese come innovatore del linguaggio poetico in stretto contatto con i due movimenti di avanguardia che sono nati e si sono sviluppati in Svizzera nel 900: il dadaismo e la poesia concreta: è soprattutto quest’ultima a lasciare tracce nella poesia che qui si presenta: sgretolamento della costruzione sintattica, scomposizione e frammentazione del testo, disporsi del materiale linguistico secondo una particolare – anche se in questo caso non molto evidente - disposizione visiva. Ma, se nella poesia concreta il fenomeno più evidente è la scomposizione del materiale linguistico, nel collage uomo donna amore prevale invece il principio della ri-composizione. Nessun verso è di Kurt Marti, suo è soltanto l’assemblaggio: i versi di Novalis si trovano accostati a quelli di Ingeborg Bachmann, quelli della surrealista Meret Oppenheim a frasi di Kurt Vonnegut ; Ludwig Tieck al mahanirvana tantra, Martin Heidegger a Isaac.B. Singer (e via dicendo). Il fascino del testo nasce così dall’accostamento spiazzante di frammenti - in cui il richiamo all’eros non potrebbe essere più esplicito – ad altri in cui subentrano invece le immagini lievi della poesia. In questo funambolico gioco linguistico accade così che il letto degli amorosi si trasformi in foglie d’estate vibranti sulle mani dell’aria, il sangue degli amanti nel cielo dell’allodola con il suo notturno volo, mentre sul lago dei demoni si diffonde, lieve, il profumo delle rose. Ci sono, nel testo, le dolci tenerezze dell’amore. Ma a prevalere sono vulcani che esplodono, “apocalissi genitali” e “allucinazioni falliche”, in un continuo alternarsi della presenza pulsante del sesso e dell’irrompere della poesia.
Nel testo sono però evidenti altri incastri e sovrapposizioni: mi riferisco in primis a quelli tra amore carnale e terreno e religiosità. Per il pastore riformato Kurt Marti il creatore del sesso e di ogni manifestazione religiosa è Dio e il sesso più perfetto altro non è che il riflesso della divinità. Il sesso è simbolo e sacramento e se c’è un dio, dice il poeta in uno degli ultimi versi del suo collage, “io me lo immagino/ come amante”.
Annarosa Zweifel Azzone
che dedica questa traduzione all’amato marito Licio
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amare è la mistica e la genialità delle per-
sone semplici – come la religione e il rapporto
con la morte
(vaclav navratil)
dio e l’amore non invecchiano mai
(eberhard jüngel)
quando il sesso
erge il suo bel capo
NON NASCONDERTI
scopri la tua natura
rivela i tuoi sogni
poiché unico è
l’amore come il dolore
lascia correre le tue mani
sono vascelli pirata
depredano e rapinano
nel gioco
dove vince
chi ha perduto
incontro a carezze senza freno
due corpi
occhi negli occhi
capelli ondeggianti e pelle d’oca
l’uccello penix
poiché non c’è
altro modo di amare...