101. Linda Baranzini
Solo vorrei ammirare lungamente
Diario dal Nicaragua
Immagini: Linda Baranzini, senza titolo, acrilico su carta, 2016
Pagine: 50
Ottobre 2018
Linda Baranzini nasce a Faido nel 1987. Cresce a Bellinzona, e dopo il Liceo si trasferisce a Ginevra per studiare letteratura italiana e storia. Ottenuto il Bachelor, frequenta per un anno l’Università di Friborgo, studiando medicina, per poi tornare sulle proprie tracce e laurearsi in italianistica a Bologna nel luglio del 2016 con una tesi in Sociologia della Letteratura (Sofferenza, malattia e guarigione nella letteratura della migrazione in Italia). Nel settembre del 2016 parte per un’esperienza di volontariato in un asilo e scuola elementare a Granada, Nicaragua, in cui si affianca al docente titolare per aiutare i bambini con maggiori difficoltà di apprendimento. Rientra in Ticino nel dicembre dello stesso anno. Già a partire dai primi anni di studio svolge numerose supplenze nelle Scuole Superiori e Medie del Cantone, e vorrebbe diventare insegnante, motivo per cui ha recentemente iniziato un Master alla Supsi per l’insegnamento dell’italiano nella Scuola Media. Nel 2006, è arrivata finalista al Premio Campiello giovani con il racconto Finire oltre un diario (I giovani del campiello, Venezia, Marsilio) e nel 2012 alcuni sui testi poetici vengono pubblicati in un volume collettivo (Mario Luzi. Gli inediti del premio internazionale, Roma, Fondazione Mario Luzi).
Granada, giorno 1
18 settembre 2016
Solo vorrei ammirare lungamente
questo paesaggio, come fosse
l’ultima volta che lo guardo
e non la prima.
Non c’è molto da dire
un lago marrone con onde bianche
le vacche a pascolare sulla riva
vicino al molo, più in là cavalli e
qualche persona ferma o in movimento
un cane da pastore.
Granada, giorno 7
24 settembre 2016
“Sai che cosa c’è là fuori, al di là dei muri di cinta di Villette?”
“Gente che ha bevuto dal medesimo pozzo.”
“Proprio così”, disse Zedka. ”Pensano di essere normali,
perché tutti fanno le stesse cose. Fingerò di aver bevuto quell’acqua.”
Paulo Cohelo, Veronika decide di morire
Ho messo una distanza tra me e voi
una distanza
che mi permette di crescere, espandermi, sentire
una distanza per sanare e guarire.
Nel cortile di questa casa un po’ rotta
e di tanti colori, nel silenzio
tra biciclette e con a volte
dalla strada il rumore di un motore
o uno scoppio che risuona, una campana
un clacson
vedo salire e scendere la stessa luna
che da voi è appena sorta, e tramontata.
La notte ora qui
porta una pace molto grande.
Granada, giorno 37
24 ottobre 2016
Oggi il mercato si risveglia con il sole
ancora freddo e pallido, sembra un bambino biondo
appena sopra l’orizzonte.
Nessuna traccia d’inferno ma soltanto
la forza di chi lotta per la vita,
giorno dopo giorno, senza porre
domande di troppo.