Rosanna Marina Russo vive a Caserta. Ha collaborato con la rivista di poesia “Artepresente”, ha fatto parte del gruppo “Poiesis”  e ora di “Spazi diversi”. Nel 1997 ho vinto il Premio di Poesia “Apudmontem – Villa Ravaschieri” e nel 2019 il Premio “Domus Artis Mater”. Ha  pubblicato tre raccolte: Icaro (1997 – Ed. NOVA RES) , Tenerezze inespresse (2001 – Spring Edizioni) e Le sottane del pudore, 2018 – ed Controluna).

 




GLICINI



Glicini scuri mossi da un vento liquido e viscoso
rifrangono trafiggono spostano immagini
rendono la gravità lieve, il loro peso
li avvicina al cielo, così il colore.
 
Li guardo affondare nel niente, ballare
tra spina e spina tra ferro e foglia
e quello spaziare, quel tremare sembra vita

sembra preghiera.




LONTANO


Lontano
tra le nebbie nascenti luci
sulle spiagge della memoria
piccole odorose gioie di profumi
finiti con schegge di vita pare
si possa afferrare un sorriso
uno sguardo toccare il caldo
ruvido scoglio piatto viaggiare
con le emozioni di un tempo
incorrotto sentimento flash-back
doloroso dentro tra le nebbie nascenti
luci sulle spiagge della memoria.





MONFALCON


Suonano le dita esperte sui tasti della brezza
nei campi azzurri di gioia bambina salto
ridendo mi stendo sotto capanne fresche
di velluto scudi sbatacchiano finestre aperte
e luce trapassa appena, a tratti.
Guardo l’onda spingere il pianoro
che s’inchina impudente odoro
praline di bagigi e mandorle tostate
mischiate alle macchie gialline.




NON VEDO


Non vedo bacche sul mio cammino
cercando scorgo sassi di nomi e pianti
antichi qualche spruzzo di viole
qualche fresia che dona ai passi la speranza.

L’alloro aspetto e mi par di vederlo ad ogni anfratto,
in ogni lucido sguardo e di sentire altisonanti
voci che presentando un’anima alle altre
fanno di ogni incontro un cerchio

…ricerco il senso e lo rifuggo.




OMBRE D’ONDE


Ombre d’onde inseguono risacche
dilatando azzerano dai pensieri i pensieri
e dentro montano commossi i momenti
ecco…rincorrono della spuma le trame
senza che all’orizzonte appaia alcun traguardo

suoni esposti alla dimenticanza feroce
sfiorando cercano di penetrare il cuore
e di scavare nicchie e dolorosi abissi
col bulino dei nervi infuocato
perché la mente saltellando sfianchi

non c’è profumo d’alba che dia la sveglia ai sensi
più del desiderio di correre lontano
da quel che l’ombra deformando uccide
e chiudere gli occhi e poi vedere oceani gonfi e bianchi
come le croci di chi non è mai morto

sussurri spesso nel profondo mentiti
i sensi come il lago che si crede mare
l’alloro più verde con la spina più fonda
il leone che finalmente insegue le sue prede
come la valanga crollata al primo sole


nuvole, nuvole di vita d’intorno
risate di latte rugiadose e calde, i ricordi
sospinti e stanchi contro i ricordi in gara…
nel tempo schermando i sogni il dolore soffia
soffia e disperde le briciole rimaste.





TRA PIETRA E PIETRA


Tra pietra e pietra
la vita sbocca e  tracima
sui fossi spegne ogni soffio
ombroso e vellica la semenza.

Prende dall’aria un canto
lo amalgama col fuoco
ne fa concime
per la sua terra
che è già coscienza.




*



Un niño stende lo sguardo
su pietre di case e strade
con occhi di boschi spezzati,
ardesia e luna tuffati su steli
di fiori carnosi qualcuno
gli toglie ogni bocca di petalo
scempio dell’anima amica
del cuore aperto agli incontri

un niño rannicchia lo sguardo
si piega premendo sul cuore che batte…
che batte…che batte…





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