Rosa Notarfrancesco nasce a Salerno ma vive ad Arezzo dal 2007.     Diplomata in catalogazione dei beni culturali, si definisce una lettrice accanita, le piace viaggiare ed ascoltare la musica.


E POI DIMENTICARSI


Non avevamo rimorsi.
Non domandavamo altro.
Ci parve di scoprire giorni
di pensieri come quadri
iniziati da maestri grandi
eppure poco noti ai più.
A poco a poco, il bisogno
di raccontare tale visione
ci fece precipitare nell’arte
del dubbio taciuto al dolore.




BISOGNAVA RIDERE


La solita evidente ilarità
non perdonava gli eccessi
di umiltà ancora ghiacciata
dalla rabbia del non essere
indurito nell’inattesa sincerità
spalancata alla vista di un altro,
subito illuminato dalla sconfitta
coperta dal decoro visibile dell’io
smarrito lungo la strada lastricata
dal bisogno di riscatto di un altro.




LA FRASE PRONTA


So scrivere liste della spesa
senza simulare l’emozione
del giorno nuovo d’allontanare
attraverso i rimproveri di poi
e il rimorso di prima d’iniziare.

So scrivere liste della spesa
senza ricorrere al volantino
delle immagini promozionali
che diagnosticano scoperte
necessarie a nutrire la ricerca
di consuetudini ingenue, pure
e così necessarie al giorno nuovo.




VOLEVI SALUTARMI


Non avresti voluto rattristarmi,
ti sentivi forte e desideravi confessare
quella parola offensiva che ci aveva divisi.
Cacciasti dal mio animo la paura e sorridesti
come a volermi fare un complimento dopo anni.
Ti sembrai, forse, come non mi potesti mai vedere,
non attraverso il bisogno di restare combattivo
adattandoti alle prescrizioni di chi ha licenza
per stabilire i tempi del processo di maturazione
di una storia circondata dal bisogno effimero
di aggrapparsi al vanto per poter dire la gloria.




SALUTAMI TANTO TUA MADRE


Per ben due volte t’incontrai
in quella stessa giornata d’aprile.
Per ben due volte ci salutammo,
tra le immagini care del paesaggio
gettato sul limite fissato dall’orizzonte
del viale alberato dei frati cappuccini.
L’esattezza delle parole mi convinse.
Ero convinta di partire, non per sempre
non allora che accarezzavo la memoria
semplicemente creduta scomparsa
della vita che mi tratteneva in momenti,
certi e necessari a guardare lontano.




NON INTESI NULLA


Ci allontanammo per un momento
dalle immagini che ricordavano lo studio
e la reciproca impossibilità di considerare
le ragioni dell’imperiosità di un’intesa mentale
ben lontana dall’amore o dall’amicizia impossibile.
Impossibile per me, che dò alle scoperte recenti
il tempo necessario ad apparire nella commedia
noiosa, che illumina il passato offuscato dal tempo,
attraverso corrispondenze impossibili da sostenere
da chi guadagna il progresso senza capire il vantaggio
che passa dalla storia di noi eterni ripetenti della vita
che ritorna attraverso le combinazioni più ingegnose,
per darci ultime considerazioni che liberano dalla falsità,
che ha l’aspetto esteriore di naturali evoluzioni dell’idea
provocata dalla flessione della sicurezza fissata in rapporti
tra elementi significanti, così privi di significato, da richiamare
l’inflessibilità senza nome dell’ultimo arrivato in ordine di tempo.




ACCOMPAGNARSI


Nel pronunciare parole tanto importanti,
con la serietà bisognosa di chiarire l’intenzione,
celavi un gesto di contrarietà che ti faceva piangere
al pensiero di non poter evitare la sconsideratezza
di un tempo d’affrontare con dignità e gentilezza.



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