Daniele Vriale, fiorentino del 1965, ha pubblicato i romanzi, Enrico? (Altro Mondo Editore, 2019)  L’ultimo passo (Porto Seguro Editore, 2019),  La curva della vita (Robin Editore, 2022), e le raccolte di poesie  Fotografie letterarie (Booksprint Editore, 2018) e Squarci emotivi (Polistampa, 2020), che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti letterari nel corso degli ultimi due anni, tra cui il Premio della giuria Città di Siena 2020, il 3° Premio Città di Como 2021, ed il 1° Premio Salvatore Quasimodo 2022.


MARZO 2020

L’incertezza ci colpì,
all’improvviso;
non aveva occhi, 
non aveva mani,
non aveva corpo.
Strisciava, invisibile, tra noi
e ci rendeva fragili, insicuri, inerti.

Le strade deserte, 
rimandavano lontani suoni di sirene,
e timorosi passi di anziani chiusi su se stessi,
appesantiti dalle borse della spesa.

Nel passeggiare in solitario,
accompagnato dal silenzio dell’assenza,
l’avvicinarsi dell’altrui,
provocava il timor del soldato nemico,
armato, forse,
di letali bacilli,
ed il cambiar frettolosamente via,
segnava la sconfitta della ragione umana.






IN APRILE


Venne aprile,
ma nulla mutò dal marzo;
ancor reclusi nelle anguste dimore,
a lavorare, mangiare ed attendere la scomparsa
dell’invisibil nemico.
Ma se il pericolo è in noi, 
allor io medesimo sono il male mio?

Il cielo cristallino,
le strade assonnate,
le acque trasparenti,
l’andar frenetico dissolto.

Questa non è vita,
ma neppur quella di pria lo era;
e allora,
in questi giorni bui e meditabondi,
una via nuova, terza, 
andava trovata, 
immaginata,
inventata,
per tornar a rinnovati gioiosi giorni,
degni di un’umanità rigenerata.




COPRIFUOCO


Il suono del campanile sancisce l’arrivo delle 22,
è l’ora del coprifuoco.

Ultimi ritardatari, a passo svelto,
si avviano, stanchi, verso le proprie dimore.

La testa è china,
lo sguardo vinto,
il corpo pesante,
gli occhi spenti.

La vita,
la nostra vita,
ci ha abbandonati,
senza un avvertimento,
una spiegazione,
una scusa;

ci siamo ritrovati,
d’un tratto,
solitari viandanti in un mondo estraneo.




ARIA


L’aria ti abbandona,
il fiato si reprime.
Il petto si contrae,
i bronchi rantolano.

In vita,
niente è più simil alla morte,
dell’asma che ti assale,
infida, 
improvvisa,
silenziosa,
immotivata.

Quando ritrovi il respiro,
regolare, fluente e quieto
è come una rinascita,
un nuovo primo vagito,
un riemergere dagli abissi.

E’ allora, 
che con l’euforia,
di aver fuggito ancora la morte, 
urli al cielo la tua rinnovata voglia di vita.



AUTUNNO


Brunite foglie al vento,
terra bagnata,
odor di castagne.

Alberi d’ocra
mirano il cielo ombrato,
il fiume riflette d’arancio,
il mare risacca solitario
davanti alle spiagge deserte.

Un uomo passeggia a cavallo della propria vita,
rimembrando amori sopiti. 




FINE BIENNIO


Tradito da uno slancio vitale,
quasi all’ultimo metro di gara,
ho subìto un gol al novantesimo,
quando,
credevo, 
che la guerra fosse ormai terminata e vinta.

Ho abbassato la guardia
 per ottimismo,
per fiducia,
per stanchezza.

E tu,
subdolo,
ti sei intrufolato in me.
Ti sento,
guerreggiare contro le mie difese,
per conquistare bronchi e polmoni.

Ma ho la certezza, 
che perderai,
perché ho un appuntamento,
con me stesso,
alla fine di questo maledetto biennio.




LEI


Aveva il rock nei capelli,
il rap sulla bocca,
le movenze funky,
ma gli occhi,
gli occhi,
erano colmi di blues.




ritorna a Fluire 11

E-mail
Chiamata