Riccardo Duranti ha insegnato per anni Letteratura inglese e Traduzione letteraria alla Sapienza. Parallelamente, ha tradotto milioni di parole e ne ha scritte di proprie per cercare di capire meglio il mondo, gli altri e se stesso. Ha ricevuto il premio nazionale per la traduzione nel 1996 e il premio Catullo nel 2014.
Ha pubblicato poesie (Bivio di voce, Empirìa, 1987, The Archer’s Paradox, The Many Press, 1993, L’affettuosa fantasia, Aracne, 1998, Made in Mompeo, haiku e immagini, Corbu 2007 e Meditamondo, Coazinzola Press, 2013) ma anche racconti (L’orsacchiotto Carver e altri segreti, Ianieri, 2015).
Dal 2008 si è ritirato sui monti Sabini, dove coltiva ulivi e mele antiche, continua a tradurre e ha per cinque anni diretto la Coazinzola Press, una microcasa editrice originale e fieramente indipendente.




SPECCHIO D'INVERNO

Le cornacchie giocavano col vento:
s’abbandonavano con voluttà ai vortici
per avvitarsi in rapide volute e poi
riprendersi con colpi d’ala netti
che mettevano in risalto le eleganti
livree grigie e nere uscite indenni
dalle folate e dai mulinelli che menavano
strage tra le foglie dorate delle querce.
 
Nell’osservare a distanza quelle ludiche
sfide aeree, ammirava stupito tanta testarda
leggiadria e rifletteva con amarezza
che altrettanto non riusciva a lui nella vita
dove sentiva l’un dopo l’altro i propri sforzi
infrangersi contro miraggi di cemento armato…



*



MANUTENZIONE

Cenere di antiche querce e nuove rose
per asciugare le profonde e tortuose rughe
che la pioggia ha scavato lungo la strada.
 
Altre cicatrici, incise dal tempo e dall’affanno,
si rivelano più difficili da cancellare;
altri percorsi, la meta ormai sfocata,
risultano impervi o sbarrati
non si sa quanto soggettivamente.
 
L’isola più o meno volontaria
eretta su questo promontorio di ricordi
resta in balìa del vento e dell’ansimante
ciclo delle sconvolte stagioni.



*


L'OSSERVATORE


Mattina e sera
sfogliava distrattamente
l’ampio catalogo del cielo
in cerca della giusta luce
della nuvola bizzarra
di un grappolo di stelle
che raccontasse una storia nuova
approfittando del punto di vista
stabile e superiore
e della capacità
di riflettere – stenografandole
in linee flessibili –
le nostre incerte, intricate vicende.

Superfluo notare
che nel complesso gioco 
di specchi e ombre
gran parte dell’energia
andava persa


*


L’autunno è entrato in casa 
a folate di foglie secche
e fantasmi di fango 
che cani e gatti lasciano indifferenti
nei soliti posti con parallela perizia.

Prima di liberarsene
molta legna esalerà 
l’anima fumosa
crepitando nel camino.

Infilzati dal silenzio
ci si concentra al tramonto
sulle strie rosse all’orizzonte,
per trarne auspici decrescenti
in deficit di futuro



*


Eppure,
             nonostante il mondo madido
             di pioggia e il grigio all’orizzonte
             appena più denso di quello del cielo,
di ramo in ramo
             si chiamano gli uccelli
             e il cane smania obbedendo
             a odori intrecciati alle gocce 
             che calano per inerzia
su gemme gonfie:
han voglia di scoppiare
ma non osano ancora
uscire dal riserbo
in questo fosco scorcio di maltempo.



*


Quando al dunque,

l’irresistibile forza 
di cui si vanta il vento
si rivela il segno della sua impotenza:
non una spinta travolgente,
ma un risucchio che non lascia scampo…
nulla può l’aria se non cedere
all’imperioso richiamo della differenza –

se non seguirla ciecamente,
lasciandosi trascinare senza volontà,
senza ritegno, niente di niente.
Alla fine non c’è conquista né vittoria:
solo un momento di ansimante esaurimento 
in un normale riequilibrio privo di gloria.



*


Sorpresa da iridescenti simmetrie
           – veloci vibrano al vento i cristalli fuori,
           fughe di luce prismatica invadono la stanza –
la gatta tende loro agguati che puntualmente
vanno a vuoto, eppure, finché c’è il sole,
lei le insegue a cuor contento e fluidi scatti,
senza esigere la resa del mistero…



ritorna a Fluire 10



E-mail
Chiamata