Claudio Damiani ha pubblicato vari libri di poesia, tra cui Eroi (Fazi, 2000, Premio Montale), Attorno al fuoco (Avagliano, 2006, Premio Luzi), Sognando Li Po (Marietti, 2008, Premio Lerici-Pea), Il fico sulla fortezza (Fazi, 2012, Premio Camaiore, Premio Brancati), Endimione (Interno Poesia, 2019, Premio Carducci).




Ero uscito sul terrazzo
convinto dell’assurdità di esistere,
il cielo era nuvolo, un po’ freddino anche,
una giornata qualsiasi, e guardavo il monte
Soratte, il paese su lui adagiato
e le nuvole e il cielo
e andavo oltre, al resto del mondo, e ai mondi,
a questo nostro universo misterioso
ma indubbiamente reale
e ho sentito la sua verità, la sua grandezza,
così immenso, e pieno di cose
vere, e nonostante l’assurdità
della nostra precarietà, ho sentito che partecipare
a questa grandezza quasi ci salvava,
quasi giustificava il nostro sacrificio.


*


Sto sdraiato qui accanto a un ruscello, tra gli alberi,
è un luogo che non so nemmeno come si chiama,
non ha un nome, ma l’aria è pulita, bello
il rumore dell’acqua, e il canto degli uccelli,
sto sdraiato senza far niente
ascoltando il silenzio dietro ai rumori
degli insetti, degli uccelli, dell’acqua
e il frusciare delle fronde nel vento
e penso a quante cose vengono fatte nel mondo,
come tutto si rinnova e cambia
pur rimanendo uguale,
e in tanto fare febbrile mi piace
non fare niente e lasciare che tutti
facciano quello che devono fare
e che il mondo vada avanti (e gli altri mondi anche
che non conosciamo)
e non gli oppongo resistenza, non metto
neanche un fuscello tra le loro gambe,
come un pastore sdraiato sotto una quercia
lascia che le sue pecore bruchino liberamente,
stando in un luogo alto, suonando un flauto sottile.


*


A guardarvi, stelle, siete silenziose
ma invece fate un casino tremendo,
il silenzio è per la distanza.
A guardarvi siete puntini piccoli
ma infinite cose nascondete,
infinita vita.
C’è dolore, sì, come in tutta la vita
ma io voglio pensare anche a tanta allegria,
tante cose strane, tanta fantasia e meraviglia,
tanto dolore, sì, ma anche tanto amore.


*


Vedi, la sera, mi metto qui
nel terrazzino, con sopra il cielo,
il monte avanti, le voci
degli uccelli e le voci
degli umani lontani e di macchine
silenziose, un miscuglio
di voci. Il gatto
m’è sempre accanto, seduto
su una sedia vicino.
Vedi, mi metto qui, e scrivo,
l’aria è fresca e mi accarezza,
nel cielo sprofondo come in un abisso
ma non mi scompongo, sto quieto
è come se il mondo si rovesciasse
e non la gravità della terra
ma quella del cielo mi attraesse,
le sedie il gatto le nuvole
vengono tutti con me
e non c’è niente di terribile
anche se qualcuno, se mi vedesse da fuori,
entrerebbe nel panico,
il gatto mi parla e non c’è niente di strano
per me, mi spiega la forma dell’universo,
le nuvole le accarezzo e a toccare le stelle
non mi scotto, anche i pianeti osservo
pieni di vita e di cose
pieni di uomini e di donne
meravigliose che m'incantano.


*


Non dimenticarti mai del cielo,
se anche non lo vedi pensa sempre che è pieno
di infinite stelle e infiniti pianeti
con infinite vite, uomini, animali, cose,
non pensare solo alla piccola terra
coi suoi problemi locali,
pensa all’universo di infinite vite
e lascia che l’infinita vita ti vivifichi,
tu ne fai parte, come una goccia nel mare,
non pensare mai di essere solo
non lasciare che l’egoismo cresca
come un tumore nel tuo cervello e ti vinca,
c’è una vita infinita e un infinito spirito
e tu ne fai parte, sei protetto da lui,
ricordalo sempre, e un’altra cosa ti dico:
non pensare che la tua persona si disperda
dopo la morte, quando tornerai dov’eri
prima di nascere (forse non sarà proprio uguale,
qualche cosa sarà cambiato... io credo in meglio
perché comunque hai militato, e come veterano
otterrai un premio), pensare che si disperda
è una cosa che non sopporti
e se non sopporti forse non è vera,
non si disperderà la tua persona
avrai sempre la medaglietta
con il tuo numero stretta nella tua mano
anche se tu la aprissi non cadrà nel vuoto.


*



Alberi siamo fragili, io e voi,
e ignoranti, non sappiamo niente
ci ritroviamo qui senza sapere perché,
c’è un sole che sale da un lato e scende dall’altro,
l’aria, la terra, gli uccelli,
ma perché? perché siamo qui?
e perché proprio qui? e proprio noi, poi?
che dobbiamo fare?
qual è la nostra mansione?
dobbiamo semplicemente vivere?
va bene, possiamo farlo, ma perché?
Il fatto è che se ci sei dentro, nella vita
vuoi vivere, sopravvivere
non vuoi morire
anche perché non sapresti che fine faresti,
e è doloroso, anche, morire
quindi meglio vivere, mangiare, stare bene
non aver freddo, né caldo, essere contenti, se possibile,
dedicarsi agli altri, aiutarli
come fate voi, che costituite come una rete
sotto terra e siete come un corpo solo,
anche nella rete siamo fragili, ignoranti,
un niente ci può distruggere
e, ripeto, non sappiamo perché esistiamo
ma stiamo meglio, ci facciamo compagnia,
ci consoliamo a vicenda.


*


C’è qualcosa di grande che ci sovrasta,
incredibilmente grande e misterioso
ma noi siamo come foglie che cadono nell’autunno
e si mischiano con la terra, diventano terra
e è un mistero cosa sarà di noi,
solo possiamo sapere che qualcosa di molto grande
ci sovrasta e ci circonda, qualcosa
di incredibilmente grande
di cui non sappiamo niente.




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