Carlotta Silini (Mendrisio, 1990) vive e lavora, tra il Ticino e Losanna, dove ha conseguito una laurea in medicina. Nel 2011 ha vinto la sezione estera del premio Campiello giovani con la composizione Un anno di pensieri in cinque righe. Al 2015 risale la sua prima pubblicazione, Igiene di vita (alla chiara fonte editore). Nel 2017 un ciclo di poesie, Ninnananna del bosco, è stato pubblicato sulla rivista “Opera Nuova”.




A pesca

Chiaro sguardo il tuo, che trapassa le conchiglie
dita fresche braccia nitide a arpionare le mie lische
e ora che mi traini a flutti abbaccinanti
che mi spogli di scaglie col tuo viso senza solco   
come tornare al fondale intorpidito
se boccheggio nel tuo sguardo, dentro braccia madreperla

(Ho perso un lago in cui disfarmi
dove inabissarmi oltre ghiaia e tonfi neri
relitto iridescente, tana di lucci
neanche una libellula a increspare la mia schiena)
 
Ma tu ti torcevi su un ventre fiocinato
sguardo scuro di paura mi cercavi nel petrolio
io alga vigliacca, a pregare il piovasco
che crivellasse il tuo caro riflesso –
Dio mio scoprirti carne ferita
non eri cirro, idea luminosa?

(A secco adesso intrisa di sabbia
lambiscimi ancora di luce e incertezze
solchi e libellule, qui sulla schiena –
che sciocco pescetto si stringe al tuo amo)



Le aspettative

Tra le piode ammiccano fragole di bosco
nessuno le ha piantate, e nessuno ha invitato
la cinciarella ad azzurrare il carpino –
quando il pomeriggio esplode di friniti
fusto snello e vero tu sei, e rinverdito
e senti l’amore spaccare un’altra pioda
il mormorio di steli a pietre intiepidite
e non ti aspetti niente, e ti commuove
la testolina acerba che danza raso terra
i baci che ti manda se brezza la cattura




L’Uomo ragno

La sai la buona notizia? Ho ucciso tutti i mostri!

Grazie, Uomo ragno, perché io ho molte paure:
temo i draghi-ambulanza, accecatori di lucciole
gli sterili spettri incapaci di piangere un tramonto
ma più di tutto gli orchi, ottusi araldi di scienza
che non sanno il perché dell’estate, e scherniscono il mio arcobaleno.
Ma tu sei l’Uomo ragno, e dici Adesso basta!
Puoi darmi lacrime chiare, da offrire a una sera di giugno
estinguere rombi e strilli in stille fragranti di bruma
dove vibra la vita, e strugge atroce il tramonto?




Fiordalisi

Senza capire ho perso almeno dieci anni
e oggi spunti tu col tuo blu disarmante
verità feroci confessioni trasparenti
e strappi l’edera che drena questa faccia
snidi il formicaio sotto creta muschiata
e dici ecco il campo in cui regna la cicala
ecco la bellezza angosciosa dell’estate –
saprai seguirmi alla fonte cristallina?




Mattino

(Sì mi ha dato un po’ di pugni,
ma era a fin di bene – no non ho altri blu
te li ho mostrati tutti – la mamma ha tolto il sangue,
poi dritto a letto – no non ho domande
adesso non fa male
sì ti verrò a dire se per caso non sto bene)

Rondinelle, rondinelle, venite in soccorso!
Giù da cornicioni dove schiudono gusci
accorrete ai pigolii, ripiegate le ali  
rondinelle, rondinelle, c’è chi schiaccia i pulcini
garritelo fortissimo al mattino che indora



Silenzio

Cogliere fiori di tiglio per farne tisane
per quando lo splendore tornerà sopportabile  
senza ferire api, né stracciare dolci foglie –
qua sotto c’è riparo da sentenze intelligenti,
tra i rami caro muschio da schiacciarsi nelle orecchie
ah, risparmiate chi non ha niente da dire



Augurio

Cresci bene, e stai in salute – cresci come le alghe verdi
oscilla in onde fresche, e dissetati di sole.
Ascolta gli sciaquii delle timide natrici,
imparane i sussurri ai muretti del molo
e non tradire le coste che rispecchi
se scie crudeli le annientano in gorghi.
Sii gentile, solo questo – rimani verde e schietto
e accogli quando puoi le folaghe ferite.




Ritorna a Fluire 6










E-mail
Chiamata