Carlo di Francescantonio è nato nel 1976. Collabora con il Festival della Parola di Chiavari e si occupa di poesia sul blog «Letteratitudine». Ha pubblicato tre romanzi e otto raccolte di poesie. Tra queste, Memorabilia. Poesie 2000-2015 e Uomini in fiamme, scritto con Mirko Servetti. È presente nelle antologie Umana, troppo umana. Poesie per Marilyn Monroe e Voci dall’esilio oltre che nelle riviste «Atelier Poesia», «Banchina», «Satisfiction» e «Poeti e Poesia».
@MagazzinoCdF è l’account Twitter, «contro la volgarità del presente»




I) il liceo è stato una rovina dalla retta fissa,
uno sforzo non ricambiato, una distrazione.
Stavano solo cominciando i primi venti anni di vita,
dove tutto sembrava solo poter migliorare
e tante ragazze, troppe per una persona sola,
tutte perdute, lasciate andare.
Il tempo necessario di osservare,
per scegliere meglio.
Crescere, secondo studi scientifici, peggiora le cose
si partecipa solo a mettere al mondo confusione
ho cominciato quando mi ha rotto il vetro una linea ADSL
è entrata in casa e ho creduto di non poter più vivere senza.
Sedotto e inquinato da reti sociali,
dipendenti da leggi americane.
Il Myspace, le Email, la chat di Msn
tutto questo per concludere un incontro



*


II) oggi mi tocca fare la coda.
Fossi anziano mi butterei qui per un riparo:
trovare il fresco dentro al supermercato
e comprare una saponetta, per evitare
la vergogna di un giro a vuoto.
È poco, un tentativo, un’illusione,
per non vedere solo indifferenza negli occhi della cassiera



*



III) dalla finestra entra
un odore di asfalto bagnato.
È un odore caldo, un fastidio per le narici.
Potrei chiamare qualcuno, un amico,
ma per uscire fuori di casa bisogna evitare il mare.
Ho il terrore che a bagnarsi la testa
ogni ricordo affoghi.
E anche il tuo viso
vorrei lasciarlo fuori dalle onde,
aspettare solo che passi il tempo,
per rendere la mancanza più piacevole



*



IIII) ti tengo nel cuore, nel posto pitturato d’oro.
Le persone hanno paura di cambiare,
perché nel cambio sta sempre
nascosto un nuovo inizio.
E cambiando si perde qualcosa,
a volte una persona,
ma solitamente ci si perde per un po’ di tempo.
Soli a sbattere, come le falene contro la lampadina.
All’inizio deve essere puro sesso, un cercarsi,
poi arrivano le idee e tutto il futuro.
Tante cose resteranno sospese, mai risolte.
Nel posto pitturato d’oro, ti tengo nel cuore



*


V) c’era chi andava, chi veniva,
le voci altre, lo stridore delle sedie.
E in tutto quel rumore
delle troppe pagine degli altri,
la ragazza minuta
- che solo dopo
ho capito essere Dasa -
a proposito delle ombre, raccontava:
non sono di qui e di nessun luogo.
Devono, quindi, essere prese per sogni
o narrazioni confuse dal vento
(così negli armadi marini di Austen,
a Bath, 200 anni fa)
1



1 la parte in corsivo è di Anna Maria Ortese, dalla quarta di copertina de Il Porto di Toledo. Ricordi della vita irreale (Rizzoli 1975)


*


VI) abbiamo perduto un sassolino.
Tra un affetto e l’altro rotolava libero a valle.
Noi stretti, lui arrivato in fondo. Ormai, una valanga distruttiva
e l’eco ha fatto cadere tutto.
Di nuovo in piedi,
non ci siamo più riconosciuti.
È stata la bomba, tenuto in tasca senza saperlo,
che ha svegliato distanti
ma un giorno tutto questo mi mancherà.
Anche adesso, che sembra ancora poco possibile
inizio a sentire un disagio.
Ma lo sai anche tu, meglio di me,
che i cavalli non fanno pettegolezzi.
Lo ricordi, vero? Tu, che non mi saluti
ma ringrazi se ti aiuto ad attraversare la strada



*



VII) e sono anni di materia gettata nel buio,
con tutte quelle parole ferme alle elementari.
Sedute al banco, senza troppa pazienza,
come bambini che hanno solo voglia di crescere





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