Fotografia di Dino Ignani






Barbara Carle
Acqua (pezzetto di carta)


Barbara Carle ha pubblicato tre libri di poesia bilingue: Don’t Waste My Beauty, Non guastare la mia bellezza, Caramanica, 2006, New Life Nuova vita, Gradiva, 2006 e Tangible Remains Toccare quello che resta, Ghenomena, 2009, e un libro di prose e poesie, Sulle orme di Circe, Ghenomena, 2016, Ha tradotto vari autori italiani contemporanei in inglese e in francese.


Salvo la poesia inedita La conchiglia, le altre sono tratte da: Touching What Remains Toccare quello che resta, Ghenomena, 2021


*


Fonte di Valchiusa

Sotto la volta di antichi platani
la verde luce echeggia dentro il torrente
sgorga da una gelida oscura spelonca
ai piedi del dirupo calcareo
le acque sono ancora chiare, fresche e dolci.
Scaturiscono da una segreta fonte sotterranea
sprigionano una meravigliosa freschezza
nelle lunghe giornate calde d’estate.
Scendono a cascate, si rovesciano, ruzzolano
schizzando i loro spruzzi, le loro brume sulle rocce
poi rallentano il corso nel sinuoso Sorga.


*


Anfora

Al superstite Achille il mandato
narrativo di incarnare i miti della sorte –
fabbricati coi dipinti le prodezze
omeriche animano le curve.
Rialzando gli scudi questi guerrieri
accettarono l’arte della morte.


*


Una foto in bianco e nero

Sotto le palme bianche e nere
alcune persone contemplano il Pacifico
mentre due ragazzini
sono in piedi davanti al lungomare.
Quello di sei anni protegge
il fratellino di tre anni col braccio.
I loro costumi da bagno hanno le canotte a strisce.
Il maggiore non sa quello che l’aspetta
che andrà all’università, in guerra, si sposerà
viaggerà nel mondo per tanti anni
poi ritornerà a questa sabbia e morirà.
Sullo scaffale davanti alla fotografia
ci sono tante vere conchiglie
che la fanno vivere.

Più tardi, le sue vaste abitudini d’azzurro
lo renderanno claustrofobico.
Anche se soffrirà mentre muore
l’oceano nei suoi occhi sorriderà.
Il racconto del bambino sulla spiaggia
è terminato. Sotto le palme bianche e nere
alcune persone contemplano il Pacifico
mentre due ragazzini
si fermano sulla sabbia davanti al lungomare.
Il maggiore capisce: tornerà all’oceano.

*


La clessidra

Senza suono si svuota l’orologio
trasparente. Al posto delle lancette
scorrono i granelli del prodigio
minuscole vestigia dalle vette.

Le imponenti montagne diventate
sabbie stillano attraverso lo stretto
di cristallo. Le energie affamate
si narrano nello scrigno di vetro.

Cronos rapisce Hydra senza urto
lei si fa sabbia fluente che vibra.
Priva di acqua restituisce il furto
nelle vesti della ladra clessidra.

*


Acqua (pezzetto di carta)
      

                        (Hommage à la mer en souvenir d'un père mort)

Accidentate le lettere sul pezzetto di carta
cominciano con la doppia V.
Quella prima V sembra una T
usurata senza croce, mentre la seconda
assomiglia a una U, il tuo TU
accasciato in un IU, IO, mentre
continuano le tracce con la A
quasi un arco con dentro una panchina
utile alla T completata questa volta
accanto alla E ricurva senza capo
accedono tutte alla R finale
centinata la sua colonna
quietato il suo slancio
umorale il suo dorso piegato
accartocciata iniziale
del tuo nome: Robert

Dopo aver pazientemente ripetuto
“water”, hai scritto “water”
sul pezzetto di carta.
I tuoi occhi turchesi
si sono illuminati
quando mi hanno vista capire.

In clinica
l’acqua non è molto naturale.
Le poche gocce che hai bevuto
ti hanno tolto il respiro.


*


La conchiglia

Affondo se cerco di galleggiare
sulle onde. Il mio giaciglio
preferito è un profondo letto
di sabbia. La chiglia della mia conca
è candido silenzio come il petalo
del giglio. Dentro la mia spirale
nascondo il mistero delle volute
dove cresce la grazia vorticosa
della mia esistenza interiore.
Il vero fiore non si percepisce.



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