Andrea Primo
Per esperienza


Andrea Primo è nato a Vittoria, (Ragusa),  laureato in Lettere classiche a Pisa dove consegue il titolo di Dottore di ricerca in Storia Antica.
Vive ad Aosta.



Per esperienza

So per esperienza che nell’aria di neve
i rami sono come disegni di bimbo
che rimbalzano sui muri di casa,
so che i corvacci neri neri
si irraggiano per il cielo
per poi mettersi seduti
in fila sui cornicioni,
so che la neve diventa croccante sotto i nostri piedi,
si fa luminosa scorza.
Tutto questo sappiamo per esperienza, certo.
E il pensiero, veloce, al rallentatore,
passa al verde dei prati,
al mulinello di voci degli alunni
quando la scuola finisce.
Agli odori, ai sapori
che dal passato
saltano urgenti al futuro.


*


Inverno 2020

Certo che è sfinente far indossare i giacconi
in questo inverno del 2020
e poi infilare gli scarponcini
e stare attenti che ci siano i guanti,
e lo scaldacollo
(attenzione però che sia quello giusto!),
e i guantini
(rigorosamente messi nella tasca del suddetto giaccone).
E poi…
e poi al ritorno togliere tutto,
sfilare le scarpe,
sfilare lo scaldacollo e infine il giaccone,
e riporre, sia ben chiaro, i guantini nelle tasche,
e lavarsi le mani subito.
E io che mi chiedo quando torneremo a tentare
(inutilmente…)
di catturare i pesci col retino vicino agli scogli,
i sensi confusi sotto il solleone,
nell’aria le note di una canzone.

*


Insistiamo nel camminare

Insistiamo nel camminare
su quella spiaggia
mentre il mare a fianco,
il mare davanti a noi,
si tinge di bianco e rimbalza.
Se guardi bene,
anche da così lontano,
puoi notare degli olivastri:
un aquilone vi è rimasto impigliato,
la carta si è strappata
e i legnetti si sono spezzati.
Una donna vestita di verde si scorge appena;
si sente la sua canzone ostinata:
parla di una nave
che attraversa l’oceano oscuro
e giunge a un altro paese,
dove una statua con una fiaccola accoglie i viaggiatori;
uno di loro pensa alla bianca casa battuta dal sole
e a una gonna che, agitata,
si avvicina al riso di una fontanella.


*


A Dario

Senza dubbio ci vogliono poteri da supereroi
per star dietro a tutti questi arcinemici
che ci danno fastidio.
Non ti preoccupare, mio piccolo fuoco:
ho in serbo
due tre parole niente male,
due tre occhiatacce di quelle
che atterriscono e congelano.
Se mi dai la mano,
e me la stringi forte,
so che mi farai coraggio,
mi insegnerai a sgominare tutti
con un allegro sberleffo.


*


Certo che è per te

Certo che è per te se i contorni si fanno visibili,
se l’oscuro viene alla luce
e l’aria si fa più sottile e fresca,
certo è per te se gli uccellini sul nostro balcone
conoscono la direzione
sanno benissimo dove andare
e ci vanno con la grazia delle paperette
che nuotano nel lago blu
che ti piace tanto,
dove abbiamo inseguito una salita
per arrivare in un luogo illuminato e vociante,
i cavalli che nitriscono
e i nostri bambini sopra che agitano il cappello.
Ecco, tutto questo certamente sarà per te,
ne sono sicuro.
Così come sono sicuro
che semplicemente sarai nel sentiero,
attenta ai sassi,
lo sguardo limpido
di chi conosce l’alzarsi
e l’abbassarsi del respiro.


*


A Leonardo

Osservo il tuo visino
e mi chiedo se preferisci il giro di basso
dietro cui corre la chitarra,
o se la tempesta squassante della batteria
ti esalta fino all’estasi.
Sono i grandi misteri
che si agitano nei tuoi occhi.
Io ti guardo mentre ascolti,
mentre segui il filo dei tuoi pensieri,
attento alle tue sensazioni,
ai tuoi abbandoni, ai tuoi improvvisi lampi.
Poi, dopo un po’, fuggi via,
verso altre avventure, verso altre prodezze,
e io rimango lì
a pensare che vorrei imparare
la purezza del tuo sguardo,
la tua maniera di sporcarti
di marmellata e colori.


*


A Marco

Amo guardarti mentre leggi
i tuoi libri di mille colori e capitoli
e ti proietti con i tuoi occhi
nella storia che stai vivendo
da lontano, da vicino.
Stai creando mondi luminosissimi
di vicende e personaggi,
di risa, spade e sorrisi arguti,
oppure sei tu stesso
una pagina di quella storia,
tu stesso salti, sussulti
e sprizzi via rapido?
Penso che mi ci vorrà una vita per capirlo.
Ma non demordo di certo:
ho portato acqua e crackers,
niente ci fermerà!



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