78. Stefano Fontana

      Aqua Vitae (Poesie 1993-2014)

    Immagine: Anonimo inizio sec. XX, fotografia, particolare

    pag. 32

    settembre 2015


Stefano Fontana è nato a Gallarate (VA) nel 1963. Sposato, ha due figlie.


Abbiam saputo che ti eri ammazzata
in una giornata di pioggia velata
e la pioggia si confondeva al pianto
di chi ti piangeva in terra da un canto.

La tua fossa era coperta dal manto
dei fiori, il solo tuo povero vanto,
ché non eri nemmen raffigurata
da una foto a mostrar qual eri stata.

Qui restiamo noi, poi che ci hai lasciati,
istupiditi e sgomenti e freddati.
Forse l’animo tuo alfine riposa
e il morire ti è servito a qualcosa:
ma a noi, a noi non è servito a tanto
e perso il coraggio, sol resta il pianto.


*


Fede ed inerzia si sono scontrate,
resa e speranza si stanno pestando:
più incassare ti sembra a volte l’una,
l’altra ai punti ora pare aver la meglio.

È un continuo beccheggio ed un rollare:
credi che stai per sormontare l’onda,
sei lì per scongiurare la paura…
…e giù che si cala e su lei rimonta.

Stolidamente rimango nella mischia
di schiuma e liquore che sa di sale,
che sale alla mente e annebbia la vista.
La testa ti verrebbe di posare
se ci fosse su di un molle guanciale:
ma non c’è, ed a te tocca seguitare.


*


Cosa vuol dire non poter riuscire,
avere limiti strutturali...
Con seeing discreto e talora buono,
in clima secco e senza turbolenza,
io al mio Maksutov-Cassegrain da 90
e non poter arrivare a vedere
neanche la divisione di Cassini...

In tanti mi dicono che il segreto
sta nello stazionare lo strumento,
tipo: "Hier stehe ich, ich kann nicht anders..."
Ma non basta, è un'autosuggestione:
l'aberrazione sferica e cromatica
il coma poi distorcono la vista.

Problematica è anche l’atmosfera:
si frappone e grava come una mente
dentro una calotta cranica
e riflette immagini fantasma
rifrangendo con fuoco impreciso.

Dallo Hubble Space Telescope oppure
dalla Luna saremmo più obiettivi
(guadagnando in definizione):
con un Sole inedito tra altre stelle
e che ricorderebbe forse un Dio
meno unico e geloso
ma lento all'ira e misericordioso...


*


EPILOGO IN MINORE


Fino a pomeriggio inoltrato
come un limone il Sole
ha rilasciato un aspro succo
mentre passava come un aratro
ostile sopra il dorso della Terra
nuovamente in primavera.

Qui tra ceffi da via crucis
si è combattuto una cattiva
battaglia (diresti ad un Timoteo…)
con scambi di parole dalle spolette
caricate di consonanti: lacerato
le dentali (col veleno delle sibilanti),
sputato bollente olio le fricative
e ingannato le labiali…

Finalmente presto sarà sera
e all’armato Orione proprio di marzo
toccherà tramontare… Tra non molto
dunque sarà sera e la notte quasi intera
per i Gemelli che riabbracciati
digradando si coricheranno
quindi in pace dormiranno.

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