46. Gilberto Isella
Variabili Spessori
Immagini: M. Vals, Aut off universe
pagine 32
maggio 2011
Gilberto Isella (Lugano 1943) è poeta e critico. Laureato in lettere e filosofia all’Università di Ginevra,
ha insegnato nel Liceo cantonale di Lugano. È coredattore della rivista di cultura “Bloc notes” e vice-presidente del Pen Club, sezione della Svizzera Italiana. Collabora al "Giornale del Popolo", a riviste letterarie svizzere ed estere, e al festival luganese Poestate. Ha tradotto dal francese Charles Racine e Jacques Dupin, e curato un'antologia di scritti dell'artista Mario Marioni.
Tra le ultime raccolte poetiche si segnalano: Nominare il caos (Locarno, Dadò, 2001), Fondamento dell'arco in cielo (Lugano, alla chiarafonte, 2005), Corridoio polare (Castel Maggiore, Book, 2006) e Taglio di mondo (Lecce, Manni, 2007). Per il teatro ha scritto Messer Bianco vuole partire (Lugano, alla chiarafonte, 2008).
Pubblicazioni recenti:
- Censuralbe, Milano, Il robot adorabile, 2012. Con tempere di Adalberto Borioli.
- Preludio e corrente per Antoni, Bellinzona, Salvioni Edizioni, 2012. Con incisioni di Loredana Müller Donadini.
- Caro aberrante fiore, Lugano, Edizioni Opera Nuova, 2013.
- Mobilune, Bellinzona, Salvioni Edizioni, 2015. Con incisioni di Loredana Müller.
- Liturgia minore, Falloppio, Lietocolle, 2015.
- L'occhio piegato, Bologna, Book Editore, 2015. Prefazione di Vincenzo Guarracino.
- Acque aperte acque chiuse, [Milano], 2016. Con un'incisione di Adalberto Borioli.
- Berndard Vagaftig, Io scrivo ciò che è vivere, Lugano, ADV Publishing House, 2016. Traduzione e cura di Gilberto Isella.
- Gilberto Isella per Enrico Della Torre, Materie se non luci, Lugano, Pagine d'Arte, 2017
Della ventura
di chi va tra le case
con semi d'arabesco
Non è dato sapere
Quali onde, quali snodi,
quali consolazioni per il suolo
L'inganno ha il suo campo bianco
ed esige alimento
Non l'orda
Basta l’ala obliqua
di una strada,
il suo breve sussulto,
per sollevare
gli indumenti della luce.
*
Manovre di finestre
e quanta passione felina
a ogni angolo
Un chiuso dominio
sobbalza
e intorno è ormai selva
pascolo
fertilità di distanze
È la grande branda celeste
dove arrivano le cose del giorno
Anche noi vi arriviamo
talvolta
alzando un dito nascosto
verso l'arco del dito
che dall'alto
ci segna.
*
Vento primario
Il soffio delle radure
terribili, sempre aperte
I pozzi confinali sulla terra
mulinelli per una sola mano
Una per tutte
con l'unghia infinita
per guanto
e l'albero indelebile
da scorticare
Su falci sconosciute
pesa il luccichio
del mondo.
*
Il deserto dei mille sguardi sepolti
Un volto in sonno lo inclina,
qualche centimetro
forse
Da un'arpionatura, una sciarada
cade ciò che se ne deve andare
Irruente come le dune
nel loro immemore trasvolo
Come i seni
che intorno a noi scorrono
sabbioline che cantano, noi
O i nostri doppi
tripli embrioni, là sotto
Una corda, un nodo,
una simulazione, è tutto.
......