15. Jean Soldini
Cose che sporgono
Immagine: Bruno Pinto
pag. 28
ottobre 2004
Jean Soldini è nato nella Svizzera italiana, nel 1956. Prove di resistenza a un pensiero autoritario che, con i suoi travestimenti multiformi, è minaccia mai debellata contro l’esistente concreto e meticcio, i suoi studi sono volti a delineare una metafisica alimentata da un’estetica dell’ospitalità. Quest’ultima non va confusa con un’estetizzazione dell’ospitalità, ma vuole essere filosofia impegnata a riflettere sul sentire attraverso ciò che nei sensi ha la sua componente imprescindibile: donare e ricevere cibo, acqua, un tetto sotto cui dormire, un abbraccio. Tra le sue pubblicazioni: Alberto Giacometti. Le colossal, la mère, le “sacré”, Lausanne 1993, Saggio sulla discesa della bellezza. Linee per un’estetica, Milano 1995, Alberto Giacometti. La somiglianza introvabile, Milano 1998, Il riposo dell’amato. Una metafisica per l’uomo nell’epoca del mercato come fine unico, Milano 2005, Storia, memoria, arte sacra tra passato e futuro, in Sacre Arti, a cura di F. Gualdoni, Bologna 2008, Resistenza e ospitalità, Milano 2010.
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NELLA SONORITÀ DELLORGOGLIO
Il vetro si è rotto.
Guardi attraverso i rami
il rimprovero, la delusione.
Apertamente nudo, l’uno,
coperta di lana grossa, l’altra,
per pregare
per indovinare una passione
nella sonorità dell’orgoglio,
di un sopportabile fastidio.
L’occhio altrove,
dirigi infine,
nel succedersi degli ignoti.
TROPPO SOLI GLI ALBERI
Troppo soli gli alberi,
vicini,
nell'aria che precede lo sguardo.
Preparano l'abbandono
della simmetria,
dell'asimmetria.
Se preparano a forzare il possibile
su di un Flugrad,
finché un lampo
non spazza la pupilla
che rotola sull'acqua
come frutto,
e pietra poi
nell'abisso del fattibile,
tra le sue due estremità:
qui e qui.
S'ALLONTANANO INSIEME
S'allontanano insieme.
Attraversano seduti
l'esattezza,
immaginando in anticipo
segni di fiamme e di percosse,
pagine d'indulgenza,
passi e battiti di congiure mancate.
Avventure
prevedibili e terribili
appese a un filo,
a ricevere gli applausi
nlla debole luce
di un commento.
CI SARÀ PURE UNA DIFFERENZA
Lenta a venire,
profuga
nel caldo della sua tunica
sbarrando gli occhi.
Bellezza disseccata.
È ancora bella.
Annuisce senza mosse
a noi viventi,
accostando
il polpastrello
alla memoria:
un cavillo, un cavallo?
Andiamo.
Una differenza.
Ci sarà pure una differenza.